Violenza contro le donne: Baggio (Aiart), “fenomeno strutturale, radicato nella società, da non trascurare nel racconto mediatico, che affonda le radici nel terreno della sotto-cultura e della disparità”

“I numeri confermano che la violenza sulle donne è un fenomeno strutturale, costante, radicato nella nostra società che mette la donna sempre un gradino sotto, un passo indietro ( pensiamo al divario retributivo, ai tassi di disoccupazione femminile, alla scarsità di figure apicali nelle posizioni di vertice, sfruttamento dell’immagine femminile nella pubblicità e peggio ancora nell’inarrestabile problematica della pornografia e della prostituzione) con meno diritti. Ed è in questo terreno che affondano le radici della violenza sulle donne, nel terreno della sotto-cultura e della disparità, un terreno che non va trascurato neanche nella narrazione mediatica”. Lo afferma il presidente nazionale dell’Aiart, Giovanni Baggio, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Un appello forte – viene ricordato in un comunicato – venne già lanciato dall’associazione fin dal 2002 con una ricerca sulla percezione della figura femminile nei programmi televisivi oltre che nei convegni di formazione e studio e nel lavoro redazionale quotidiano dell’Associazione italiana ascoltatori radio-tv, oggi Associazione cittadini mediali.
“Troppo spesso i racconti sui media rendono la donna che ha subito violenza vittima una seconda volta. Con racconti che la colpevolizzano: titoli a effetto o con racconti romanzati che poco hanno a che fare con la realtà di uccisioni, molestie e stupri”, osserva Baggio. “Chiediamoci perché è così difficile raccontare la violenza sulle donne e qual è il modo più corretto per narrarla. Ma soprattutto – aggiunge – ricordiamoci che le parole condizionano il sentire comune, non sono solamente lo specchio del nostro pensiero, delle nostre convinzioni e dei nostri pregiudizi, le parole delineano e costruiscono il pensiero, l’immaginario, la cultura e questo significa che stereotipi e pregiudizi contenuti nella narrazione mediatica possono avere un ruolo anche nella costruzione dei giudizi e addirittura delle sentenze”. La via da seguire, per evitare ogni stortura, è partire da un cambiamento culturale per il quale occorre molto impegno e una risposta di sistema a partire anche dalle istituzioni, dalle scuole e dalla famiglia”, conclude Baggio.

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