Card. Pizzaballa: a incontro Mcl, “dopo il 7 ottobre 2023 avvertiamo il bisogno di una ricostruzione di cui intendiamo essere protagonisti”

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

Come 1700 anni fa, Concilio di Nicea, “oggi viviamo tempi caratterizzati da complessità politiche e logiche di potere mondano che sfidano la vita della Chiesa e la conducono a interrogarsi sul bisogno di comunità, sui modelli della famiglia, sulle società plurali dal punto di vista religioso e culturale e, ancora, sulla progettazione di nuovi modelli economico-sociali. Proprio come allora, siamo chiamati a prendere nota delle trasformazioni politiche e sociale e calare la stessa fede, immutata rispetto ad allora, nel mondo di oggi e secondo il linguaggio di oggi: non si tratta di un adeguamento rinunciatario, ma di trovare un modo cordiale di rimanere noi stessi”. È quanto affermato dal patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, intervenendo in collegamento, all’incontro “L’intelligenza della fede: il Concilio come esperienza di Chiesa” promosso dal Movimento Cristiano Lavoratori e dalla società editrice Edizioni Traguardi Sociali che si è tenuto questo pomeriggio presso la Master School dell’Università Lumsa di Roma. Per il patriarca latino “Uno dei modi attraverso i quali ritengo che si possa dire la fede al giorno d’oggi consiste nel lavorare insieme, come comunità cristiana, dentro un contesto religioso plurale e caratterizzato dalla sfida della globalizzazione. Occorre – ha aggiunto – superare il dolore e, come 1700 anni fa, ritrovarci, ascoltarci e trovare insieme le parole che ci rendano i testimoni di cui la Terra ha oggi bisogno. Dal 7 ottobre 2023 – ha concluso – avvertiamo il bisogno di gettare le basi per una ricostruzione di cui non intendiamo rimanere spettatori, ma protagonisti: non possiamo parlare di future prospettive di dialogo, infatti, senza recupere quello che non ci siamo detti in questi due anni”.

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