Violenza contro donne: Oxfam, “in Cisgiordania ragazze palestinesi a rischio molestie e stupro”. “Porre fine a occupazione illegale”

In Cisgiordania gli attacchi armati dei coloni, spesso sostenuti dalle forze israeliane, hanno generato un clima di terrore fatto di molestie sessuali, minacce di stupro e distruzione di case e scuole. Le ragazze palestinesi sono state costrette ad abbandonare gli studi, a subire aborti spontanei e traumi psicologici profondi. È l’allarme lanciato da Oxfam in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che denuncia l’impatto devastante dell’occupazione israeliana e del conflitto a Gaza sulle donne palestinesi.
A Gaza, donne e bambini rappresentano la maggioranza delle vittime: quasi 70mila morti e oltre 170mila feriti negli ultimi due anni. Il 90% della popolazione è stato costretto allo sfollamento, mentre la distruzione di ospedali e infrastrutture ha privato le donne di assistenza materna, esponendole a fame, violenze e traumi continui. Anche le detenute palestinesi hanno subito abusi sistematici, sessuali e di genere, che secondo le Nazioni unite potrebbero configurare crimini di guerra e contro l’umanità. La repressione colpisce duramente chi difende i diritti delle donne, mentre la loro partecipazione alla vita pubblica resta ostacolata dall’occupazione e da una cultura patriarcale ancora dominante. Nonostante ciò, le organizzazioni femminili palestinesi continuano a garantire istruzione e difesa dei diritti di genere, con Oxfam e i suoi partner in prima linea.
“Le Nazioni unite hanno ignorato il ruolo chiave delle donne nella costruzione della pace – denuncia Paolo Pezzati, portavoce di Oxfam Italia – mentre la comunità internazionale si è resa complice vendendo armi a Israele. È urgente garantire alle donne palestinesi un ruolo centrale nella ricostruzione e porre fine all’occupazione illegale”.

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