“In tutta Italia i Comuni rappresentano il primo presidio a cui le donne si rivolgono, spesso l’unico in grado di intercettare tempestivamente una richiesta di aiuto. Le Amministrazioni comunali sono impegnate ad aiutare le donne vittime di violenza a riconquistare la propria autonomia, garantendo servizi, protezione e percorsi di sostegno adeguati, attraverso reti solide e un impegno quotidiano che vada oltre le ricorrenze”. Lo evidenzia Vittoria Ferdinandi, sindaca di Perugia e delegata Anci alle Pari opportunità e alla pace, riferendosi all’indagine condotta dall’Associazione nazionale Comuni italiani in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che ricorre oggi. I dati saranno presentati nelle prossime settimane in una giornata di riflessione condivisa sui principali elementi emersi, che si affiancherà alle iniziative dei singoli Comuni contro la violenza di genere.
L’indagine ha consentito di raccogliere oltre 350 buone pratiche, che delineano un quadro di Comuni attivi e impegnati. “Gli interventi delineano un mosaico di esperienze diverse, accomunate dal medesimo obiettivo, proteggere le donne, accompagnarle nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza e promuovere enti più equi e responsabili”, sottolinea Ferdinandi, aggiungendo che “la fuoriuscita dalla violenza non può essere affrontata in un unico luogo o momento, richiede una casa sicura, un reddito stabile, la tutela dei minori, l’accesso ai servizi sociali, il sostegno psicologico e quello legale. Ed è proprio questa complessità che – evidenzia la delegata Anci – rende centrale il ruolo di coordinamento del Comune”. “Il nostro obiettivo è trasformare questa fotografia in un impegno nazionale ancora più forte. I Comuni ci sono, e questa indagine lo dimostra con chiarezza”, dichiara la sindaca di Perugia. “È però la prevenzione, a partire dalle scuole, a rappresentare la leva più decisiva, educare le nuove generazioni al rispetto, alla parità e al rifiuto degli stereotipi è l’unico modo per interrompere il ciclo della violenza e impedire che abusi e femminicidi continuino a essere perpetrati. Investire nella cultura del rispetto significa costruire comunità più consapevoli e più sicure”, conclude la delegata alle Pari opportunità.