Cop 30: Astrini (Osservatorio per il clima brasiliano) al Sir, “importante che la pressione della società civile prosegua in tutto il mondo”

“La Cop 30 ha consegnato ciò che era possibile, ha evitato i problemi che avrebbero potuto verificarsi, ovvero che i Paesi litigassero tra loro, e ha ottenuto alcuni, pochissimi, progressi”. Lo afferma, al Sir, Márcio Astrini, segretario esecutivo dell’Osservatorio per il clima brasiliano, tra i promotori dei Vertice dei popoli a Belém. “Alcuni aspetti – prosegue – sono stati molto deludenti, come l’adattamento climatico, che era il punto principale della conferenza, e la Cop 30 non ha avuto il coraggio di adottare la roadmap, la tabella di marcia per l’eliminazione dell’uso dei combustibili fossili, che era la proposta del presidente brasiliano Lula, ma che non è entrata nel testo finale ed è finita per essere solo un piano di lavoro per l’anno prossimo. Quindi, la Cop 30 ha fatto ciò che era possibile nelle attuali circostanze, cosa che è molto lontana dall’essere una risposta a ciò di cui abbiamo bisogno”.

Al tempo stesso, spiega Astrini, “l’azione della società civile è sempre molto importante. Lo è durante le due settimane della Cop, ed è ancora più importante nelle altre 50 settimane dell’anno. Bisogna che questa pressione continui, e in effetti essa sta aumentando sempre di più, non solo in Brasile, ma in tutto il mondo”. Ancora, “la COP 30 ha portato una maggiore attenzione per l’Amazzonia. Abbiamo avuto le donazioni per il fondo forestale lanciato dal Brasile. Questa è una cosa importante. Tuttavia, la Conferenza da sola non ridurrà la deforestazione in Amazzonia. Non proteggerà le terre indigene, non porterà sostenibilità nella regione; è necessario che i Governi del Brasile, del Perù, della Colombia, dell’Indonesia, del Congo, di tutti i luoghi in cui ci sono foreste, principalmente in Amazzonia, lavorino verso l’obiettivo di deforestazione zero”.

Riflette, in conclusione, il leader ambientalista: “L’agenda climatica non è un’agenda che necessita di maggiori informazioni, non è un’agenda che necessita di maggiori conoscenze. Le informazioni e le conoscenze sono tutte disponibili. Ciò che manca sono azioni di responsabilità da parte dei Governi”.

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