“C’è stata un’incredulità e poi lo scoppio di una gioia corale. Poche parole, tanto incanto”. Lo racconta al Sir suor Maria Cristina Daguati, madre priora del monastero agostiniano di Montefalco, riferendo la visita riservata che Papa Leone XIV ha compiuto ieri dopo l’incontro con i vescovi italiani ad Assisi. La religiosa spiega che la notizia dell’arrivo “l’ho data alla comunità prima dell’ingresso negli Esercizi spirituali, certa che questo tempo propizio ci aiutasse a tenere il segreto e che la visita fosse accolta nel cuore della preghiera”. Sull’emozione della comunità ribadisce che vi è stata “un’incredulità e poi lo scoppio di una gioia corale”. Richiamando santa Chiara della Croce, la priora afferma che “l’avventura felice della vita è lasciarsi rubare il cuore dall’amore”, aggiungendo che Cristo “entra nel cuore e lo apre rendendoci sensibili alle vicende di questo nostro tempo”. In riferimento alle parole spontanee del Papa ai fedeli, suor Daguati dice che sono “quanto cerchiamo di mettere in pratica nella nostra vita”. Accogliere il Pontefice in clausura, spiega, significa “accoglierlo nella vita intima della nostra casa”, confidando la parola che avvertiva nel cuore: “Zaccheo, oggi mi voglio fermare a casa tua”. Sul passaggio del Santo Padre aggiunge che “si è veramente fermato e ci ha richiamato l’incontro con Gesù”. Per suor Daguati, “quando la preghiera è autentica, il mondo è l’altra faccia della medaglia che raffigura il Salvatore del mondo”. La priora conclude indicando la frase che resta nella comunità: “La Chiesa è un deposito di affetto”.