Leone XIV: sul giudizio di nullità matrimoniale, “non dovrebbe essere manipolato da una falsa misericordia”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Possiamo chiederci perché Gesù come Giudice sia stato presentato in questi documenti come mite e misericordioso”. Con questo interrogativo Leone XIV ha guidato la riflessione ai partecipanti al Corso della Rota Romana, collegando giustizia, verità e misericordia nel discernimento sui vincoli coniugali. Ha quindi spiegato che “una tale considerazione può apparire a prima vista come contraria alle esigenze inderogabili della giustizia”, chiarendo che la misericordia non può oscurare la verità. Inoltre, il Papa ha affermato che “il giudizio umano sulla nullità matrimoniale non dovrebbe essere, però, manipolato da una falsa misericordia”, indicando l’esigenza di rettitudine nell’accertamento dei fatti. Da qui, Leone XIV ha richiamato Sant’Agostino: “Cos’è la misericordia se non una certa compassione del nostro cuore alla miseria altrui, mediante la quale, se ci è possibile, siamo spinti ad alleviarla?”. Successivamente, il Pontefice ha sottolineato che il processo “può essere visto come un contributo degli operatori del diritto per soddisfare il bisogno di giustizia che è così profondo nella coscienza dei fedeli”. Tuttavia, il Papa ha ribadito che lo scopo della riforma è “tendere all’accessibilità e alla celerità nei processi, tuttavia mai a scapito della verità”, unendo giustizia e misericordia. In conclusione, Leone XIV ha ricordato che questa funzione appartiene alla sacra potestà, “partecipazione della potestà di Cristo”.

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