Cinema e missione: Della Maggiore (Uninettuno), “un campo di studi che chiede di essere indagato, sistematizzato e valorizzato”

“Il cinema missionario è il cuore pulsante dell’apostolic cinema. Per la sua profondità temporale – più di un secolo di storia. Per la sua estensione geografica – tutti i continenti, tutte le culture. Perché per la sua densità teologica, antropologica, etnografica è un cinema che documenta, interpreta, costruisce l’incontro e, talvolta lo scontro, tra il Vangelo e le culture”. A dirlo è Gianluca della Maggiore, docente dell’Università Telematica Internazionale Uninettuno, durante la presentazione oggi a Roma del volume “Cinema e missione. Fonti audiovisive e storia delle missioni cattoliche”, curato dallo stesso della Maggiore con Sergio Palagiano, Steven Stergar e Dario Edoardo Viganò. L’intervento del curatore ha seguito la visione di due brevi filmati degli anni ’50, girati in Alaska e in Congo, della serie dei cinegiornali della San Paolo film, oggi fruibili nella digital library della Fondazione Memorie audiovisive del cattolicesimo (Mac). “Grazie al lavoro di tanti studiosi e studiose – ha spiegato della Maggiore –, possiamo finalmente restituire a queste esperienze cinematografiche la dignità culturale e epistemologica che meritano. Relegati a lungo nella categoria del ‘cinema amatoriale’, questi documenti audiovisivi ci raccontano, come emerge dalle pagine del libro, un cinema che ha saputo parlare a pubblici eterogenei, in contesti estremi, con linguaggi ibridi, con estetiche spesso lontane dai canoni dominanti, ma non per questo meno efficaci o meno significative”. Per l’autore, il campo di studi risulta “ancora quasi del tutto inesplorato, ma che oggi finalmente comincia ad essere visibile. Un campo di studi – ha concluso – che chiede di essere indagato, sistematizzato e valorizzato come merita”.

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