Assistenti sociali: Rosina (Cnoas), “la riforma della professione non può più attendere”. “Mettere al centro i diritti dei più fragili”

“Tra le leggi e la realtà, a volte il divario è insopportabile. Ma quando mancano anche le norme necessarie, allora la speranza si assottiglia, e a pagarne le conseguenze sono sempre i più vulnerabili. Noi assistenti sociali lo sappiamo: nel nome della professione c’è la responsabilità di un lavoro che, se non fatto nel migliore dei modi, rischia di ferire proprio le persone che dovrebbe proteggere. Per questo chiediamo: competenze aggiornate, formazione adeguata, numeri sufficienti in tutti i territori. La nostra richiesta non è corporativa: riguarda il cuore dell’articolo 3 della Costituzione”. Così Barbara Rosina, presidente Consiglio Ordine assistenti sociali (Cnoas), apre la due giorni romana all’Ara Pacis dedicata alla professione e alle ricadute nella comunità.
“È stato fatto tanto in questi mesi e la riforma della professione è ora in Parlamento e non può più attendere – afferma Rosina -, deve procedere velocemente: chi non si adopera perché questo succeda, contribuisce a far restare sulla carta i diritti che devono essere garantiti ad ogni persona”.
Al ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, ai rappresentanti di maggioranza e opposizione, insieme ai garanti dei diritti delle persone con disabilità. detenute, anziane, e delle professioni (infermieri e presidente Cup), l’appello di mettere al centro i diritti dei più fragili. “Grazie al ministro Calderone per aver dato qui la notizia del prossimo concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di assistenti sociali – ha aggiunto la presidente –. L’abbiamo chiesto come Ordine perché la stabilizzazione dei professionisti è una garanzia di ascolto e di messa in pratica degli interventi che le persone ci chiedono. E grazie al ministro Locatelli per aver ribadito l’importanza dell’assistente sociale nella riforma della disabilità”.
“Ancora una volta abbiamo messo a nudo un Paese in cui i diritti non vengono garantiti ovunque”, ha osservato la vicepresidente Mirella Silvani –. Continueremo a fare il nostro lavoro di assistenti sociali per i diritti di ognuno e daremo tutta la nostra collaborazione perché il Governo e il Parlamento non lascino indietro l’approvazione e la messa in pratica di riforme che ci diano le competenze e le responsabilità necessarie al Paese che cambia”.

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