Tutela minori: Molfetta, stasera presentazione del Vademecum diocesano “Ma più soli”

La Chiesa italiana continua a impegnarsi con decisione per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, promuovendo una cultura della cura, del rispetto e della responsabilità condivisa. A livello nazionale, la Cei ha ribadito l’importanza di una presenza capillare dei Servizi diocesani per la tutela, ormai attivi in tutte le diocesi, con personale formato e percorsi di prevenzione condivisi. All’interno di questo cammino, la diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, rinnovando il proprio impegno, ha realizzato il Vademecum diocesano “Mai più soli. Un Vademecum per una cultura della tutela e della protezione”, frutto del lavoro del Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili.
Il testo offre indicazioni concrete e buone prassi per chi opera quotidianamente con minori e persone fragili – catechisti, educatori, animatori, insegnanti, volontari – promuovendo una cultura condivisa della responsabilità educativa.
La presentazione si terrà oggi, venerdì 7 novembre, alle ore 18.30, presso il Pontificio Seminario regionale pugliese Pio XI di Molfetta (aula “Don Tonino Bello”). Aprirà l’incontro mons. Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi. Seguiranno gli interventi di mons. Pasquale Larocca, presidente del Tribunale ecclesiastico interdiocesano pugliese, esperto in diritto canonico e penale canonico; Gregorio Pelligra, referente del “Codice Rosso” della Stazione dei Carabinieri di Molfetta; Marica Anna, Spadavecchia, referente del Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, curatrice del Vademecum.
Il dibattito sarà introdotto e moderato da don Cesare Pisani, direttore della Caritas diocesana e membro dell’équipe diocesana per la tutela.
Con il Vademecum “Mai più soli”, la diocesi desidera offrire uno strumento semplice e operativo per sostenere la formazione continua di chi, nelle comunità, educa, accompagna e custodisce la crescita dei più piccoli. È un ulteriore passo nel cammino di una Chiesa che vuole essere sicura, accogliente e attenta, dove nessuno si senta solo. Una Chiesa che, con gesti concreti, continua a costruire una vera cultura della tutela e della cura.

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