Giubileo 2025: Pisa, stasera l’incontro “Educazione, speranza di pace”

(Foto Università di Pisa)

“Educazione, speranza di pace” è il titolo dell’incontro-dialogo – in programma stasera, dalle ore 18, nell’aula magna del Palazzo della Sapienza, sede storica dell’Ateneo pisano – dei rettori dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi e della Scuola superiore di studi e perfezionamento universitario Sant’Anna Nicola Vitiello e del direttore della Scuola Normale di Pisa Alessandro Schiesaro con l’arcivescovo di Pisa Saverio Cannistrà. Farà da moderatrice all’incontro Cristina Sagliocco.
L’incontro mette al centro la responsabilità condivisa verso le nuove generazioni e il bene comune, in un tempo segnato da conflitti e fragilità. Pisa, polo di attrazione per studenti e ricercatori anche internazionali, diventa teatro di una riflessione pubblica su formazione, speranza e costruzione della pace. I quattro protagonisti saranno interpellati sulle tre parole chiave: educazione, speranza e pace. Dal confronto tra arcivescovo e vertici accademici nascerà un dialogo aperto che lascerà poi spazio alle domande e agli interventi del pubblico presente in aula magna.
L’incontro è inserito all’interno del Giubileo delle realtà universitarie. E sarà seguito, giovedì 30 ottobre, alle ore 19 in cattedrale, dalla messa giubilare di inizio anno accademico, presieduta dall’arcivescovo e animata dal coro della parrocchia universitaria di San Frediano.
“Questo incontro – commenta l’arcivescovo Cannistrà – era stato voluto anche dal mio predecessore, l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, che aveva a cuore il dialogo con le istituzioni accademiche pisane. Oggi portiamo a compimento questa sua intuizione, rendendola realtà in un momento particolarmente significativo per la Chiesa e per la nostra comunità. Vorrei che quello di oggi possa essere un confronto aperto sulla condizione giovanile contemporanea e sui bisogni reali delle nuove generazioni. Abbiamo tutti una responsabilità che va oltre la trasmissione di competenze: ovvero quella di formare persone e cittadini. In un tempo segnato da guerre e divisioni, questa responsabilità educativa assume una valenza ancora più decisiva: educare alla pace significa formare giovani capaci di dialogo, di ascolto dell’altro, di costruzione di ponti anziché di muri. Oggi sembra di sentire forte il rischio che l’università si trasformi in un luogo dove si trasmettono prevalentemente conoscenze tecniche, misurate solo in termini di spendibilità sul mercato del lavoro. Questo rischio, in generale, credo sia molto presente e che vada affrontato con lucidità. I giovani hanno bisogno certamente di competenze professionali, ma ancor più di una formazione umana integrale che li renda capaci di pensiero critico, di scelte etiche, di responsabilità verso la comunità e di impegno concreto per la pace”.

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