Dal 1° novembre al 31 marzo il ricovero notturno per persone senza dimora “Casa San Martino” di Caritas diocesana vicentina attiverà la modalità di accoglienza invernale, ossia l’offerta di ospitalità (50 posti in totale) anche alle persone senza dimora che finora non hanno avviato un percorso individuale di inclusione sociale e che rischiano la vita a causa delle temperature rigide della notte. Tutto ciò a patto che siano disponibili ad accettare minime regole di convivenza e di rispetto reciproco. Inoltre, a chi non vorrà o non potrà accedere al ricovero notturno, verranno distribuite coperte sia a Casa San Martino sia tramite l’unità di strada.
L’avvio della modalità invernale è stato illustrato questa mattina, nella sede di Caritas diocesana vicentina, dal direttore don Enrico Pajarin, dal vicario generale della diocesi e presidente dell’Associazione Diakonia onlus (ente gestore dei servizi-segno di Caritas diocesana Vicentina), don Giampaolo Marta, dal vicedirettore di Caritas diocesana vicentina, diacono Alessandro Savio, e dal responsabile dell’area grave marginalità Lorenzo Facco, assieme ai numeri dell’accoglienza in Casa San Martino.
In questo 2025, le persone finora ospitate sono state 191 (contro le 210 dello stesso periodo del 2024), di cui 181 uomini e 10 donne; 34 gli uomini italiani ospitati e 147 gli stranieri, per un’età media di 41 anni; è stata ospitata una donna italiana, mentre quelle straniere sono state nove. La media dei pernottamenti per ospite è di 63 giorni, contro i 57 dello scorso anno.
“I numeri complessivi delle persone accolte sono in leggero calo, ma è in aumento la media dei pernottamenti – commenta il direttore di Caritas diocesana vicentina –. La crescente difficoltà a lasciare il ricovero in tempi brevi è indice del fatto che la povertà è sempre più multifattoriale (casa, lavoro, difficoltà ad accedere ai beni primari, spesso anche problemi di salute) e che le articolate azioni di risposta sociale richiedono una rete istituzionale affiatata. Altrimenti, la persona cade in uno stato cronico di povertà. Ad ogni persona che incontriamo, però, cerchiamo di proporre un Progetto individuale di accompagnamento, orientato al ritorno all’autonomia e alla speranza. Ne sono un esempio le sette persone che, proprio quest’anno, sono uscite da Casa San Martino per essere accolte in strutture di social housing attraverso il progetto Housing First, finanziato con i fondi Pnrr ottenuti dal Comune di Vicenza”.
“L’accoglienza delle persone senza dimora è una risposta che viene data a livello diocesano e delle amministrazioni comunali – dichiara don Giampaolo Marta – e questo è il segno positivo di una società civile e di una società religiosa che sanno mettersi insieme per prendersi cura di chi è in difficoltà. Come diceva Papa Francesco, poter recuperare la dignità di avere un tetto, un lavoro e l’autonomia è fondamentale. È un impegno che Chiesa e società civile devono portare avanti insieme”.
“Negli ultimi anni la fotografia delle persone accolte ha assunto una connotazione ormai costante – spiega Lorenzo Facco –. Il profilo medio dell’ospite è quello di un uomo tra i 40 e i 50 anni, che ha perso il lavoro e non ha una casa e che si ritrova quindi a dormire per strada o in auto. Grazie alla nostra unità di strada, riusciamo ad intercettarne molti, ai quali avanziamo la proposta di ingresso a Casa San Martino e di usufruire dei servizi (mensa, segretariato sociale, docce e lavanderia) offerti dalla struttura diurna di Casa Santa Lucia”.