“Con grande gioia io e tutta la comunità cattolica ci uniamo ai fratelli ebrei che esultano per la liberazione degli ostaggi israeliani e a tutti i fratelli palestinesi che esultano per la fine delle operazioni militari a Gaza”. Si apre così la lettera che il vescovo di Trieste, mons. Enrico Trevisi, ha indirizzato al capo rabbino della Comunità ebraica di Trieste e del Friuli Venezia Giulia, Eliahu Alexander Meloni, e al presidente della Comunità islamica, Akram Omar, in occasione delle notizie di tregua e dei rilasci avvenuti in Medio Oriente.
Il presule riconosce che “siamo all’inizio di un percorso” e che “tanto dolore è stato seminato”, ma invita a leggere questo momento come “un giorno di speranza” che chiama tutti “a rimuovere gli ostacoli che ancora si presenteranno senza ricorrere alla violenza”. “La pace – scrive – non è mai una meta raggiunta, ma un cammino in cui ci approssimiamo passo dopo passo a una fraternità di cui tutti sentiamo lo struggente bisogno”.
Nella sua lettera mons. Trevisi richiama la necessità della conversione personale e collettiva per diventare “uomini e donne di pace”, impegnati a “ricostruire legami di giustizia” e a sostenere “i politici nelle loro responsabilità”, con “coraggio e audacia di vie nuove”. Il vescovo ricorda anche l’impegno condiviso nel capoluogo giuliano per “costruire spazi di confronto e di reciproco arricchimento”, segno di un dialogo che, pur nella diversità, può contribuire “al bene dell’intera famiglia umana”.