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Dilexi te: card. Czerny, “amare i poveri è la via per riformare la Chiesa”

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

“Amare come Gesù ha amato, non in astratto ma nel concreto della storia: questo è l’inizio di ogni riforma possibile, dentro e fuori la Chiesa”. È il cuore dell’intervista rilasciata al Sir dal card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, a partire dalla prima esortazione apostolica di Papa Leone XIV, Dilexi te. “Non siamo davanti a un’aggiunta – spiega –, ma a un ritorno alle sorgenti del Vangelo”. L’opzione preferenziale per i poveri, indicata dal Papa, chiede di lasciarsi interrogare dal loro grido, che si intreccia a quello della terra: “È un’unica supplica che chiede giustizia, conversione, prossimità”. Per Czerny, il cambiamento parte dalle comunità: “L’incontro con i poveri non è generosità occasionale, ma esperienza autentica di ascolto e relazione”. La fede si fa credibile solo quando è vissuta nella quotidianità, anche con piccoli gesti: “Una madre che cucina un po’ di più, un padre che offre un’ora del proprio tempo: è così che l’amore diventa concreto”. Il cardinale sottolinea il valore civile del documento: “La corresponsabilità non è solo un principio ecclesiale, è anche uno stile di cittadinanza. Fede e impegno civile camminano insieme, soprattutto quando in gioco c’è il bene comune”. Il grido dei poveri, avverte, non può essere separato dalla crisi ecologica: “La pace nasce da uno sguardo integrale che riconosce l’intreccio profondo tra ferite umane e ferite del creato”.

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