“In questi anni, pur con il continuo muoversi di persone, merci e notizie, il mondo non ha conosciuto davvero la fraternità e l’incontro. Anzi, muri e barriere sono cresciuti a dismisura”. Lo ha sottolineato ieri sera l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, nell’omelia pronunciata in occasione del Giubileo dei migranti e dei missionari.
“Neppure la Chiesa – ha ammonito – è immune dal tragico pericolo dell’autoreferenzialità, perfino sul terreno della carità. Anche i servizi caritativi possono diventare, paradossalmente, luoghi di tensione e di scontro, dove non si frequenta davvero il volto del povero e dell’ultimo, ma tutto si riduce a una mera erogazione di prestazioni”. “In questa veglia per il Giubileo di migranti e missionari invito tutti – la nostra Chiesa e le nostre comunità – a mettersi all’ombra della Parola”, l’esortazione dell’arcivescovo: “La nostra configurazione a Cristo non è mai frutto solo del nostro sforzo o della nostra volontà: è lo Spirito di Dio che la produce in noi, toccandoci nel profondo con la Parola nuova ed eterna del Padre, che si è fatta carne nell’umanità di Gesù”. “I cambiamenti in atto nella nostra Chiesa locale, con l’attivazione dei ‘fuochi eucaristici’, sono una straordinaria opportunità per lasciarci alle spalle ritualità stanche, difese di dettagli inutili e arroccamenti di comunità, per lasciarsi convocare e riscoprire la forza del pane spezzato che – come spesso ho ricordato con le parole di don Tonino Bello – ha il potere di affliggere i consolati e di darci l’adrenalina per uscire, incontrare, servire i poveri”, ha proseguito mons. Tisi che ha poi chiesto “a tutti i gruppi missionari di essere i primi a aderire con convinzione all’iniziativa dei ‘fuochi eucaristici’, adoperandosi con tutte le forze perché i fratelli migranti possano sentirsi accolti e sedere a messa con noi”. “Troppe volte, infatti, il nostro modo frettoloso e sbrigativo ha impedito loro di sentirsi veramente parte della nostra assemblea”, ha ammonito l’arcivescovo, osservando che “la loro presenza è un dono prezioso, capace di immettere gioia e creatività nel nostro celebrare”.