Consiglio permanente: “responsabili dei popoli e delle nazioni favoriscano soluzioni capaci di garantire sicurezza e dignità per tutti”

“Noi, Chiese in Italia, Slovenia e Croazia, ci impegniamo a essere ‘case della pace’ e a promuovere – nei nostri territori, con i giovani, le famiglie, le scuole – proposte di educazione alla nonviolenza, iniziative di accoglienza che aiutino a trasformare la paura dell’altro in occasioni di scambio, momenti di preghiera e attività che favoriscano la cultura dell’incontro, del dialogo ecumenico e interreligioso, del disarmo e della solidarietà”. È l’impegno sottoscritto dalle tre Chiese nella veglia di preghiera per la pace svoltasi questa sera nella chiesa di Maria Santissima Regina in Montesanto, a Gorizia, a conclusione della seconda giornata del Consiglio permanente della Cei. “Noi, Chiese in Italia, Slovenia e Croazia – si legge nell’appello siglato e letto dai tre presidenti delle rispettive Conferenze episcopali, insieme ai giovani – ci impegniamo per il rispetto dell’inalienabile dignità di ogni persona, dal concepimento alla morte naturale; per la vicinanza ai poveri, ai malati e agli anziani; per la verità e la giustizia come cardini della vita comune; per la libertà religiosa, diritto umano fondamentale; per la riconciliazione e la guarigione delle ferite storiche; per la cura del creato, che siamo chiamati a custodire e a consegnare alle nuove generazioni migliore di come lo abbiamo ricevuto”. “Unite dall’unico anelito di pace, riaffermiamo la nonviolenza, il dialogo, l’ascolto e l’incontro come metodo e stile di fraternità, coinvolgendo tutti, a partire dai responsabili dei popoli e delle nazioni, perché favoriscano soluzioni capaci di garantire sicurezza e dignità per tutti”, l’assunzione di impegno finale: “Per questo, offriamo la nostra testimonianza e la nostra azione”.

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