Emergency si unisce alle mobilitazioni per la fine dei bombardamenti nella Striscia di Gaza in occasione dello sciopero proclamato dalla Cgil per venerdì 19 settembre. “Da più di un anno, attraverso i nostri operatori sanitari sul campo, siamo testimoni diretti della violenza indiscriminata esercitata contro gli abitanti della Striscia di Gaza in una spirale di disumanizzazione crescente – commenta l’Ong fondata da Gino Strada -. In 31 anni di interventi umanitari in zone di conflitto non abbiamo mai visto una tale brutalità, contro così tante persone, concentrate in pochi chilometri quadrati. Gaza City è stata distrutta e la sua popolazione è intrappolata tra bombe e macerie. Non c’è più un luogo sicuro per chi cerca di sopravvivere e nemmeno per chi fugge. Senza cibo, acqua e cure”. Emergency è presente nella Striscia con una sua clinica nella località di al-Qarara, nel governatorato di Khan Younis, dove visita in media 250 persone al giorno. L’Ong offre la sua assistenza anche nella clinica di medicina di base allestita dall’associazione locale Cfta (Culture & free thought association) ad al-Mawasi, dove da novembre 2024 a luglio 2025 ha effettuato oltre 19.000 visite. Emergency è anche partita con la sua nave di ricerca e soccorso per accompagnare la Global Sumud Flotilla, con funzioni di nave osservatrice e di supporto medico e logistico.
“Finora l’Europa non ha voluto assumere azioni concrete per garantire la sopravvivenza delle centinaia di migliaia di civili che subiscono quotidianamente questa ferocia. E si è fatta complice di quanto sta succedendo a Gaza, che il recente pronunciamento della Commissione internazionale indipendente delle Nazioni Unite per l’inchiesta sui Territori palestinesi occupati ha definito come genocidio” prosegue Emergency. “La voce dei cittadini e delle cittadine italiane è fondamentale per obbligare il governo ad agire ora. E l’iniziativa di tutta la società civile che si sta attivando, nei mesi scorsi e oggi, è la sola possibilità che abbiamo per chiedere pacificamente e con chiarezza che il governo italiano e i governi europei agiscano ora. Torniamo a fare appello al governo italiano con tre richieste urgenti affinché: attivi immediatamente un impegno diplomatico per un cessate il fuoco e per il rispetto del diritto umanitario internazionale; annulli il memorandum d’intesa per la collaborazione militare tra Italia e Israele; interrompa la compravendita di armi e sistemi d’arma da e per Israele. Non vogliamo e non possiamo essere complici di questo massacro”, conclude l’Ong.