Scoutismo: Cngei, un “nodo” per non arrendersi all’odio e chiedere la pace

(Foto Cngei)

Questo settembre 2025 i nodi della pace, intrecciati da migliaia di mani scout in tutta Italia, raggiungeranno le ambasciate di 28 Paesi (tra cui Israele, Palestina, Ucraina, Federazione Russa e Iran) oggi segnati dal conflitto. Un piccolo segno materiale, un nodo di corda, spiegano dal Cngei, diventa un grande messaggio universale: un vincolo che unisce ciò che la guerra divide, una corda che sostiene chi rischia di cadere, un simbolo di speranza che chiede pace. “Il Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani, con i suoi 16mila associati, ha scelto la forza di un gesto antico: annodare fili diversi per renderli più forti, più resistenti, inseparabili. Ogni nodo è un impegno: non arrendersi all’odio, non cedere all’indifferenza, scegliere la pace”. L’iniziativa è stata lanciata in vista del 21 settembre, Giornata Internazionale della Pace, quando gli scout del Cngei si fermeranno insieme in un momento di raccoglimento corale. In ogni città, in ogni sede, in ogni gruppo, risuoneranno i nomi dei Paesi in guerra. “Il nodo è un vincolo che non si spezza facilmente: ci ricorda che l’umanità è legata da un destino comune. Con questo gesto, il Cngei vuole riaffermare che non c’è pace senza giustizia e senza dignità per tutte le persone” dichiara Filomena Grasso, presidente nazionale del Cngei. “I nodi della pace sono anche nodi di salvezza: corde che impediscono di cadere, che tirano in salvo, che ci tengono uniti. Come scout, scegliamo di tendere questi fili al mondo intero, perché nessuna guerra può essere giustificata” aggiunge Mariano Iadanza, Capo Scout del Cngei. Con questa iniziativa, il Cngei si unisce idealmente anche alla Global Sumud Flotilla, la carovana nonviolenta che attraversa il Mediterraneo per chiedere pace e dignità.

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