Legge sul suicidio assistito in Sardegna: mons. Baturi (Cagliari), “la vita va sempre tutelata e accompagnata”

“Rammarico per l’approvazione del testo di legge”. Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, commenta così la norma varata dal Consiglio regionale della Sardegna su “procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito”, in attuazione della sentenza della Corte costituzionale 242/2019. Il presule richiama con forza il valore assoluto della vita umana e l’urgenza di promuovere una cultura della cura e della prossimità, rilanciando le parole della Presidenza della Cei: “Sulla vita non ci possono essere polarizzazioni o giochi al ribasso”. In questo quadro, aggiunge, è auspicabile che “nell’attuale assetto giuridico-normativo si giunga, a livello nazionale, a interventi che tutelino nel miglior modo possibile la vita, favoriscano l’accompagnamento e la cura nella malattia, sostengano le famiglie nelle situazioni di sofferenza”. Secondo mons. Baturi “più che agevolare la morte e creare condizioni per cui la si scelga, c’è bisogno di garantire cure anche quando non c’è guarigione, di non abbandonare nessuno, di assicurare cure palliative in modo uniforme ed efficace”. L’approvazione della legge, osserva, stride con la recente volontà di “potenziare e rilanciare” la rete regionale delle cure, orientata a una “cura totale” della persona: fisica, affettiva, domiciliare e spirituale. “La Chiesa continua a fare la propria parte – conclude – ribadendo, con le parole e con azioni di prossimità, la dignità di ogni essere umano. Non dobbiamo smarrire il senso dell’umanità”.

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