Nell’ambito della 46ª edizione del Meeting di Rimini, venerdì 22 agosto, alle ore 19, si terrà il panel “Il ruolo delle donne nell’ambito dell’azione umanitaria, tra resilienza e leadership nei contesti di crisi”, promosso da WeWorld, organizzazione umanitaria attiva in oltre 20 Paesi del mondo.
A partire da tre contesti in cui WeWorld è attiva da anni in collaborazione con la Cooperazione italiana – Ucraina, Afghanistan e Siria – l’evento accenderà i riflettori su uno degli aspetti più trascurati delle emergenze nel mondo: l’impatto che conflitti e crisi protratte hanno su donne e bambine e il ruolo chiave che le donne possono assumere nella risposta umanitaria.
Nel corso del panel, Martina Albini, coordinatrice del Centro studi di WeWorld, condividerà i risultati del rapporto “Her Future at Risk: The Cost of Humanitarian Crises on Women and Girls”, pubblicato a marzo 2025.
Il rapporto dedica un focus speciale all’Afghanistan, ma fornisce un’analisi approfondita di otto Paesi – dove WeWorld lavora da anni – fortemente colpiti da crisi prolungate e instabilità, Afghanistan, Burkina Faso, Etiopia, Mali, Mozambico, Niger, Palestina e Ucraina. La ricerca mette in luce l’impatto sproporzionato che crisi umanitarie e conflitti hanno su donne, bambine e ragazze, amplificando le disuguaglianze di genere e generazionali già esistenti. Infine, sottolinea l’importanza di potenziare il ruolo delle donne e delle ragazze negli interventi e nella ripresa a seguito di una crisi.
Partendo da questa analisi globale, WeWorld ha condotto lo studio “Her Future at Risk: Gender Inequalities in the Humanitarian Wash Response in Ukraine”. Il report evidenzia in particolare come donne e ragazze in Ucraina si trovino ad affrontare minacce crescenti alla loro sicurezza, salute e dignità, a causa di infrastrutture inadeguate per l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari.
“Per troppo tempo l’impatto delle crisi su donne e bambine è stato ignorato. In contesti di fragilità e conflitto, la loro resilienza è spesso invisibile, ma è proprio lì che si custodisce la possibilità di un cambiamento reale”, spiega Martina Albini.
“Se vogliamo risposte umanitarie che siano davvero efficaci e durature, dobbiamo ribaltare ciò che è sempre stato fatto: smettere di ragionare per modelli standardizzati e iniziare a mettere al centro le comunità, e soprattutto chi si trova ai margini. Donne e bambine non possono più essere spettatrici: devono essere protagoniste della risposta e della ricostruzione. In gioco c’è il diritto al futuro di intere comunità, e quel futuro si costruisce solo riconoscendo i diritti, i bisogni e le aspirazioni di chi lo abiterà”.
A partire dalla presentazione dello studio, il panel sarà arricchito dagli interventi di Asmae Dachan, giornalista e scrittrice siriana e Rahel Saya, giornalista e attivista per i diritti di donne, bambine e bambini in Afghanistan.
L’incontro sarà moderato da Stefania Piccinelli, direttrice dei Programmi internazionali di WeWorld ,e vedrà il contributo speciale di Marco Riccardo Rusconi, direttore dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics).