Frati minori: Fusarelli (Ofm) su martirio di fr. Paraire, “speranza cristiana non è vago ottimismo, ma certezza fondata sulla vittoria di Cristo sulla morte”

Il 20 giugno scorso Papa Leone XIV ha approvato il riconoscimento del martirio di un gruppo di Frati minori, tra cui fr. Louis Paraire, morto il 26 aprile 1945, che viaggiarono su un treno della morte scoperto per 28 giorni da Buchenwald verso Dachau. A ricordare la storia di questi martiri – raccontata da Eloi Leclerc, frate minore sopravvissuto ai lager di Buchenwald e Dachau – è il ministro generale dei Frati minori, fr. Massimo Fusarelli nel suo “Punto” mensile di luglio intitolato “La speranza certa nel buio della storia”. Durante quel viaggio infernale, scrive il ministro generale, accadde qualcosa di miracoloso: alcuni frati, tra i quali fr. Louis Paraire, presi da grazia sovrannaturale, iniziarono a intonare con voci quasi impercettibili il Cantico delle Creature di San Francesco. Questo fatto fu testimoniato da fr. Leclerc che scrisse, nel celebre “La sapienza di un povero”: “Nel mezzo dell’inferno irruppe qualcosa dal cielo”. Per Fusarelli “la testimonianza di questi frati dimostra che nemmeno la macchina di morte nazista riuscì a spegnere il canto della creazione. La coincidenza temporale rende questo riconoscimento provvidenziale: siamo nel centenario del Cantico delle Creature – quello stesso cantico che risuonò tra le lamiere del treno della morte – e nel Giubileo della Speranza. La sofferenza estrema, invece di distruggere la tradizione spirituale francescana, l’ha purificata e rilanciata”. “In un mondo che precipita verso nuove barbarie – guerre, persecuzioni, schiavitù – la testimonianza di fr. Louis Paraire e degli altri martiri – sottolinea Fusarelli – ci ricorda che la speranza cristiana non è vago ottimismo, ma certezza fondata sulla vittoria di Cristo sulla morte. Quando intonarono il Cantico in quel vagone piombato, non facevano estetica spirituale, ma compivano un atto di resistenza evangelica al male. Affermavano che ‘tutte le creature’ – anche quelle sofferenti, in agonia – partecipano della bellezza di Dio e nessuna ideologia della morte può cancellare questa verità”.

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