La recentissima Manovra di Governo ha stabilito che, a partire dal 3 aprile, è possibile escludere, per un importo massimo di 50mila euro per nucleo familiare, i Titoli di Stato, i Buoni Fruttiferi e libretti di risparmio postale dalla Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) per il calcolo dell’Isee. “Una vasta platea di Bolognesi ha già provveduto al calcolo dell’Isee: al Caf Acli di Bologna, da inizio anno, si sono già rivolti 16.460 nuclei familiari per gli adempimenti richiesti. Il 44% ( 7.294 ) residenti in città” osserva Chiara Pazzaglia, Presidente delle Acli della città. “Dai dati in nostro possesso, almeno il 15% dei nuclei familiari che hanno elaborato l’Isee sono anche possessori di Titoli da escludere dal calcolo. Percentuale che si attesterebbe attorno al 18% per i residenti in città a Bologna. Le attestazioni Isee 2025 già in possesso restano valide fino al 31/12: tuttavia, è consentito rifare una nuova Dsu per escludere i Titoli di Stato. Facendolo, il valore della Dsu potrebbe abbassarsi consentendo, talvolta, di variare i Servizi Sociali Agevolati di cui si usufruisce. Coloro che presenteranno per la prima volta la DSU 2025 nei prossimi giorni, invece, si vedranno già escludere queste somme”, spiegano le Acli aggiungendo: “ci sembra che questo aspetto della Manovra, pur apprezzandone altri, come l’innalzamento della soglia Isee per usufruire dell’ADI, abbia lo scopo non di sostenere le famiglie, quanto di convincere le persone che riescono a risparmiare o che hanno ereditato delle somme a investirle in Titoli di Stato. Lo Stato ha bisogno di soldi: ormai in pochi riescono a mettere da parte qualcosa, a fine mese. Ma questo non aiuta chi è davvero in difficoltà”. Le Acli bolognesi hanno rilevato, tramite una ricerca commissionata a Nomisma, che “la maggior parte delle famiglie bolognesi non ha risparmi e non riesce a far fronte a una spesa imprevista di 5mila euro. L’Isee non dovrebbe servire a portare ricchezza alle casse dello Stato, ma delle famiglie. Già ora è difficile esigere i propri diritti di welfare, per chi li ha. Temiamo che allargare la platea a chi, comunque, ha delle possibilità economiche maggiori, possa penalizzare chi ha meno. Inoltre, tale delibera crea disparità tra famiglie a pari reddito, ma con scelte di risparmio differente: se tutti coloro che hanno capacità di risparmio si butteranno sui Titoli di Stato, questo porterà a una alterazione artificiale del mercato. Stiamo vivendo una vera e propria emergenza natalità, come abbiamo visto dai preoccupanti dati Istat appena pubblicati. Occorre sostenere le giovani famiglie con misure fiscali più eque ed efficaci, soprattutto investendo sui servizi per i giovani che iniziano la propria vita autonoma senza risparmi, ma col desiderio di costruire il proprio futuro e quello di tutti noi”.