“Finalmente le armi tacciono nella Striscia di Gaza. Per troppo tempo si è sparso terrore, morte ed odio. Un accordo che doveva e poteva essere raggiunto molti mesi fa, evitando la distruzione di Gaza, oltre 47.000 morti e 110.000 feriti senza contare i dispersi, in totale violazione del diritto internazionale”. E’ quanto scrive in una nota diffusa oggi Rete italiana Pace Disarmo in merito alla tregua stipulata da Israele e Hamas. “Chiediamo – proseguono i movimenti pacifisti italiani – che le nostre istituzioni intraprendano senza esitazione questa strada, mettendo a disposizione del sistema Onu la nostra diplomazia e tutte le nostre risorse negoziali, assumendo con responsabilità le risoluzioni Onu e le sentenze dei suoi organismi di giustizia. L’appuntamento con la Pace non è un favore ad alleati e ad amici, ma è l’appuntamento con la storia”. La preoccupazione è che la tregua regga e diventi “permanente”, facendosi “carico dei bisogni della popolazione”. “La ricostruzione della Striscia di Gaza deve avvenire con un impegno autorevole ed efficace di fondi da tutta la comunità internazionale”, scrive la Rete che invoca “l’apertura immediata di tutti i valichi per far entrare gli aiuti umanitari, non solo quello di Rafah”. E’ esigenza prioritaria. Le ong e le Agenzie ONU devono rientrare nella Striscia ed essere poste in grado di operare. Lo hanno fatto a distanza e con il personale locale sopravvissuto in questi lunghi mesi, non hanno mai abbandonato la popolazione, Gaza non può rimanere chiusa in un assedio, e bisogna mettere fine all’espansione degli insediamenti in Cisgiordania. Deve partire un vero negoziato per una pace giusta e per la fine dell’occupazione, c’è da ricostruire Gaza, e assicurare giustizia e riparazione per le vittime”.