Terremoto 1997: fra Moroni (Sacro Convento Assisi), la basilica di San Francesco un “gioiello di bellezza, di storia e di spiritualità” che “meritava davvero uno sforzo collettivo e di tale portata”

(Foto Sala Stampa Sacro Convento di Assisi)

“Il 28 novembre 1999, proprio in prossimità dell’inizio del Grande Giubileo del 2000, si riapriva, qualche settimana prima della Porta santa di San Pietro, il portale della chiesa superiore della basilica di San Francesco, pronta ad accogliere nuovamente le folle di visitatori. Dopo poco più di due anni di lavori, la basilica veniva restituita al culto – il card. Angelo Sodano vi celebrò una solenne liturgia quel giorno – e allo sguardo di quanti desideravano gustare la meraviglia degli affreschi e l’eleganza dell’architettura. L’impresa sembrava impossibile: ricostruire le vele crollate a causa del devastante terremoto del 26 settembre 1997 – qui persero la vita quattro persone –, fu davvero una scommessa. La scommessa venne vinta e quello che fu chiamato ‘il cantiere dell’utopia’ venne portato a termine con successo in un tempo davvero brevissimo”. Lo ha dichiarato, oggi, fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento di Assisi, ricordando che venticinque anni fa, il 28 novembre 1999, la basilica di San Francesco in Assisi riapriva le proprie porte al pubblico dopo il terremoto del settembre 1997.
“Penso – ha aggiunto – che non saranno mai sufficienti le parole di ringraziamento per la tenacia di quanti, sfidando le pur ragionevoli perplessità di molti e anche le polemiche che accompagnano sempre queste scelte, misero mano da subito all’opera di ricostruzione: i vigili del fuoco, gli ingegneri, i tecnici, i restauratori, le maestranze ai vari livelli. Ci credettero fino in fondo l’allora custode fra Giulio Berrettoni, il commissario straordinario Antonio Paolucci, le autorità politiche, la Soprintendenza. Ci credettero e lavorarono insieme, cercando i fondi necessari, pubblici e privati, facendo tutto il possibile per superare gli intralci burocratici con la sapienza di un lavoro corale”.
Per fra Moroni, “questo gioiello di bellezza, di storia e di spiritualità meritava davvero uno sforzo collettivo e di tale portata, per poter essere ridonato ai pellegrini, ai turisti, agli estimatori dell’arte, per tornare ad essere luogo di incontro con Dio nel nome di Francesco d’Assisi. Ci troviamo ancora una volta in prossimità di un Giubileo, a venticinque anni da quel momento di grazia in cui si apriva non solo un portale, ma anche un futuro di nuova speranza. Chissà quante persone da allora hanno varcato questa soglia, chissà quanti vi hanno potuto sperimentare la presenza di Dio!”.
In realtà, ha sottolineato il custode, “i lavori in basilica in questi anni non si sono mai fermati. Dopo aver rimesso a nuovo la chiesa superiore, si è provveduto al restauro degli affreschi, splendidi, dell’inferiore. Ed è ancora grazia che viene donata, per quanti ancora visiteranno questo luogo santo e potranno continuare a godere dell’arte che vi è racchiusa, mezzo sublime per raccontare di Dio e del suo servo Francesco”.
“È bello per noi frati essere qui, in questo tempo di Giubileo e di centenario francescano, pronti ad incontrare, ad accogliere e a condividere, sempre con un sentimento di profonda gratitudine verso quanti ci hanno preceduto e in modi diversi hanno mantenuto viva, anche qui, la testimonianza del Vangelo”, ha concluso fra Moroni.

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