(Bruxelles) “Nonostante i progressi compiuti, quasi 20 milioni di persone di età compresa tra i 55 e i 64 anni non fanno parte del mercato del lavoro dell’Ue, spesso a causa di norme pensionistiche, problemi di salute o insufficiente flessibilità sul lavoro”. Lo afferma la relazione della Commissione sull’occupazione e gli sviluppi sociali in Europa (Esde) resa nota oggi. La relazione sottolinea che le riforme pensionistiche, il pensionamento graduale, l’ampliamento dell’assistenza a lungo termine, la formazione e l’orientamento professionale “possono contribuire a mantenere più attivi i lavoratori più anziani”. Su un altro versante, “oltre sette milioni di migranti nell’Ue sono attualmente fuori dal mercato del lavoro per molteplici motivi, tra cui difficoltà linguistiche, mancato riconoscimento delle qualifiche, discriminazione e ostacoli amministrativi”. I migranti “affrontano il più alto rischio di povertà di qualsiasi forza lavoro demografica (38%). Tuttavia, apportano competenze essenziali che possono contribuire ad affrontare le carenze di manodopera nei settori con esigenze acute”.