“È tempo di stare dalla parte della vita, del bene e della pace”. È l’appello rivolto dall’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice.
“Guerra”, osserva il presule è “una parola che pensavamo relegata ai soli libri di storia. Oggi è sulle prime pagine dei giornali, sui social, in tv. Anche perché a essere interessato è il civile occidente! Quasi una gara a chi trasmette per primo la notizia di un drone che spavaldo invade spazi aerei. E torna, minacciosa, anche l’espressione ‘soluzione finale’ riferita al conflitto (unilaterale) di Gaza”. “I novelli ‘imperatori’, formatisi negli anni ’70/’80 del secolo scorso”, prosegue l’arcivescovo, “sono sordi al grido di pace che si innalza dalla Casa comune, agli appelli accorati e audaci di cessare il fuoco, di trasformare le armi in aratri. La stragrande maggioranza della famiglia umana, gli uomini e le donne – bambini, giovani adulti e anziani –, ripudiano la guerra e vogliono la pace. Semplicemente. Sono i potenti del nostro tempo, i nuovi signori della guerra, quelli che la vogliono, che la bramano”.
“Non permettiamo, non lasciamo, incuranti e indifferenti, che entrino nel vocabolario del nostro linguaggio quotidiano parole e toni che riportano alla guerra, indurendo le menti e i cuori”, l’esortazione di mons. Lorefice, sottolineando che “la guerra non è mai umana, ma contro l’uomo, e dunque, indice di stupidità. Chi si pensa onnipotente è stupido e bisogna temere proprio gli stupidi come sosteneva il pastore luterano D. Bonhoeffer impiccato dai nazisti a Flossemburg nel 1945”. “Belligeranti e governanti – compiacenti del loro operato – che ardiscono dirsi religiosi: ebrei, musulmani, cristiani. Ma se si dicono cristiani, parliamo dello stesso Cristo che morì liberamente e per amore sull’ignobile patibolo della croce per dare vita a noi, come il chicco di grano che porta frutto solo perché disposto a marcire? Perché, allora, tanto disprezzo per la vita degli altri?”, domanda l’arcivescovo. “Siamo stati fatti per amare. Per mantenere cuori soffici, porosi, capaci di impregnarsi d’Amore così da rilasciarlo a loro volta. Siamo fatti per essere artigiani di pace che costruiscono nei conflitti sentieri di riconciliazione e perdono”, ammonisce mons. Lorefice: “Insistiamo, perseveriamo, insieme, tutti, tutte, perché venga abolita la guerra. Ogni
guerra. Se non vogliamo essere complici. Gridiamolo. Parliamone. Ritroviamoci. Preghiamo”. “Preghiamo – soprattutto quanti professiamo una fede – perché i megalomani si convertano e gioiscano piuttosto di essere fango, creature”, l’invito dell’arcivescovo.