Solidarietà: Caritas italiana, “gemellaggi” in corso tra Turchia, Cipro, Toscana e Puglia 

La proposta di avviare gemellaggi tra le delegazioni regionali Caritas in Italia e una Caritas nazionale nel mondo è stata lanciata in occasione del 50° di Caritas Italiana. Da allora le 16 delegazioni regionali si sono associate ognuna a una Caritas sorella. “Il gemellaggio – spiega Caritas in un comunicato – è quel rapporto che si instaura tra due comunità (diocesi, parrocchia…) che decidono di camminare insieme a seguito di un’azione di solidarietà che nel tempo si trasforma in relazione di scambio, incontro e conoscenza reciproca, costruita con una progettualità articolata e condivisa per un tempo medio-lungo”. Tra le ultime iniziative Caritas segnala quelle di Caritas Toscana e di Caritas Puglia. Due campi estivi sono stati organizzata dalla delegazione Caritas della Toscana a Trebisonda, in Turchia, paese gemellato, nel mese di luglio. Hanno partecipato – sulle tracce di don Andrea Santoro, assassinato il 5 febbraio 2006 – giovani delle diocesi di Firenze, Pisa, Fiesole e San Miniato. “Il valore di questo gemellaggio – dice il delegato della Toscana don Emanuele Morelli – va oltre la semplice collaborazione: è un cammino di confronto e di reciprocità che arricchisce entrambe le realtà, favorendo un dialogo basato sulla condivisione di fede, culture e speranze. … Questo scambio ci aiuta a guardare oltre facendoci crescere come comunità in ascolto e apertura”.

In questi giorni a Cerignola, in Puglia, sono arrivati ragazzi e ragazze di Cipro reduci dal Giubileo dei Giovani. Un’attività all’interno del gemellaggio iniziato tra la Caritas Puglia e la Caritas Cipro incentrato sul superamento delle diversità culturali, il dialogo nonviolento che può superare e vincere ogni confine. I ragazzi vivono momenti ci condivisione e confronto con i giovani del Servizio civile di Cerignola e di Foggia e visitano le Caritas di Foggia, Manfredonia e San Severo, nell’ambito dell’iniziativa denominata “La meglio gioventù”.  “Questo titolo – spiega don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas diocesana di Cerignola e delegato regionale – rappresenta sia la situazione dei giovani migranti (stagionali e stanziali nei ghetti) sia i ragazzi che migreranno dalle loro città per venire a Cerignola per un’esperienza di servizio e prossimità.”. “Educare i giovani al volontariato è compito prioritario della Caritas. I giovani hanno bisogno di spazi e di sentirsi protagonisti di un cambiamento e speriamo che tanti ragazzi possano sentirsi coinvolti e camminare con noi”.

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