“Gli attacchi mirati contro civili e operatori umanitari, insieme agli attacchi contro ospedali, scuole e altri obiettivi civili, sono in aumento, mentre l’accesso agli aiuti salvavita è sempre più negato”: è la denuncia contenuta in una dichiarazione della commissaria Ue per la cooperazione internazionale Hadja Lahbib, in occasione della Giornata mondiale umanitaria 2025. Continuano ad aumentare i bisogni, il diritto internazionale è minacciato ma violare il diritto umanitario internazionale resta un crimine. A questo si aggiunge un record tristissimo, con 383 operatori umanitari morti nel 2024, mentre sono già 265 nel 2025: “Senza l’accertamento delle responsabilità per l’uccisione degli operatori umanitari, ne moriranno altri”, avvisa Lahbib. Un problema di fondo è che gli operatori umanitari locali, che sono il 90% di quelli attaccati, spesso non godono della protezione del personale internazionale: per questo è nato il programma di risposta rapida Protect Aid Workers dell’Ue, ricorda la commissaria. I drammi del Sudan, di Gaza e dell’Ucraina suscitano indignazione globale, ma “innumerevoli altre crisi si verificano al di fuori dei riflettori”. La risposta? Gli aiuti umanitari sono essenziali, ma non bastano: “Porre fine alle sofferenze causate dai conflitti e dalle crisi provocate dall’uomo richiede una leadership politica coraggiosa e un’azione concreta per costruire una pace duratura e proteggere i più vulnerabili”.