Diocesi: Catania, mons. Renna annuncia per il 2026 l’Anno giubilare agatino. “Il vero fulcro dei festeggiamenti è il nostro cuore”

“Vi annuncio con gioia che ho chiesto alla Penitenzieria Apostolica, l’organo della Santa Sede preposto dal Santo Padre per le celebrazioni giubilari, che in occasione del nono centenario della traslazione delle reliquie della nostra santa, nel 2026, sia proclamato un anno giubilare agatino per l’arcidiocesi di Catania. Ho già ricevuto risposta positiva: l’anno giubilare inizierà l’11 gennaio prossimo, festa del Battesimo del Signore e proseguirà fino al 18 agosto del 2026, giorno della Dedicazione della cattedrale”. Lo ha affermato ieri sera l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, nel Discorso alla città al termine della processione per gli ottocentonovantanove anni del ritorno delle reliquie di sant’Agata a Catania.
“Il fulcro dei festeggiamenti – ha spiegato il presule – saranno le due date delle festività del 4-5-6 febbraio, nelle quali interverrà sua eminenza il card. Mario Grech, segretario del Sinodo universale, di origine maltese, la grande isola a noi vicina che ha come patrona secondaria sant’Agata”. “E poi – ha proseguito mons. Renna –, ho chiesto che il Santo Padre invii un legato pontifico con un suo personale messaggio per i festeggiamenti del 16 e 17 agosto del 2026, nei quali faremo commemorazione dell’arrivo delle reliquie di sant’Agata a Catania”. “La lettera del vescovo Maurizio, che le accolse in questa giornata nel 1126, ci dice che egli stesso andò incontro a sant’Agata a piedi nudi e con una veste bianca, con i segni cioè della penitenza e con il desiderio della vita nuova: un forte richiamo alla veste battesimale che dobbiamo tenere sempre pura e senza macchia per presentarla così al Signore, ricca solo di carità”, ha ammonito mons. Renna, per il quale “quel gesto del mio predecessore vescovo, che trova riscontro nell’abito che voi devoti indossate, il sobrio sacco bianco con il copricapo di colore nero, ci dice che il vero fulcro dei festeggiamenti di sant’Agata è il nostro cuore. È il nostro cuore l’altare da cui sale l’incenso della nostra preghiera e dell’amore a Dio, di una vita impegnata nella carità, che ama il prossimo come sé stesso”.

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