“I momenti più decisivi della nostra vita passano per incontri imprevedibili”. È quanto ha affermato oggi mons. Claudio Giuliodori, assistente generale di Azione cattolica e assistente ecclesiastico dell’Università cattolica del Sacro Cuore, invitando i giovani arrivati a Roma per il Giubileo a rimanere vigili. L’incontro, parte delle catechesi delle “12 parole per dire speranza”, ha approfondito il tema della “responsabilità” in relazione al dovere dello studio. Riprendendo gli interventi di due giovani fuori sede dell’Università del Sacro Cuore e impegnati nell’Azione cattolica, il presule ha mostrato come le fatiche dell’allontanarsi dalla propria casa e il sostenere il peso dello studio permettano ai giovani di mettersi in gioco e scoprire come il Signore stia “sull’orlo del pozzo della nostra vita”, ha detto, commentando il passo del Vangelo dell’incontro tra Gesù e la samaritana, scelto dal Servizio nazionale di pastorale giovanile. “Quel pozzo è la nostra anima – ha spiegato mons. Giuliodori – e noi dobbiamo prendercene cura, togliendo ciò che lo inquina”. Per fare questo è necessario nutrirsi dell’acqua che “disseta la nostra sete spirituale” e non ingannarsi davanti a ciò che “appare importante davanti agli occhi del mondo, come le prestazioni, i voti, la carriera e ciò che ci rende diffidenti nei confronti degli altri” ha affermato. Piuttosto è necessario non trascurare esperienze di carità, che permettano di mettere al centro “l’amore e la misericordia di Dio”, e le amicizie, capaci in giovinezza di “segnare tutta la vita”. “Non mettete gli affetti tra parentesi” ha proseguito, incoraggiando i giovani a “coltivare ogni giorno la relazione con il Signore” e a chiedersi, “all’interno di questa relazione, cosa Lui pensa per la nostra vita”. “Se nel vostro cuore avrete posto solo per lo studio, alla fine vi ritroverete con un cuore indurito” ha concluso.