Giubileo dei giovani: mons. Baturi, “scoprite chi siete lasciandovi provocare dalla realtà”

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

“Non si scopre chi si è restando chiusi in se stessi. Solo chi si lascia provocare dalla realtà può scoprire la propria vocazione e capire chi è”. È l’invito che mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, ha rivolto ai giovani pellegrini giunti a Roma per il Giubileo durante l’incontro delle “12 parole per dire speranza”, nella chiesa del Sacro Cuore, a Roma, centrando il suo intervento sul tema della speranza e del cammino interiore verso la scoperta di sé.
Tre le parole-chiave offerte come guida: desiderio, speranza, scoperta. “Il desiderio – ha osservato – è ciò che ci spinge in avanti, verso qualcosa che ancora non c’è ma che il cuore attende. La speranza è la forza di non accontentarsi: chi si sente sazio, chi pensa di non aver bisogno di altro, smette di sperare. Questa è la disperazione”. Ma la speranza ha bisogno di un compimento, di un incontro che cambia la vita. Da qui la “scoperta” come passaggio decisivo, che non avviene in solitudine ma nel lasciarsi raggiungere da ciò che viene dall’esterno.
Mons. Baturi ha indicato la provocazione come forma di chiamata: “Provocazione ha dentro la parola vocazione. Chi si lascia provocare dalle persone e dalle cose che incontra scopre la propria vocazione”. E ha aggiunto: “La decisione più importante è scegliere le persone da frequentare: devono essere quelle che ti vogliono bene, che ti fanno capire quanto vali. Gli incontri della vita, anche quelli dolorosi, sono decisivi”. Richiamando, poi, l’incontro tra Gesù e la Samaritana, ha esortato i giovani a riconoscere i dialoghi importanti della vita: “Se nel vostro cammino incontrate qualcuno che vi ascolta, che vi fa sentire amati, non smettete di dialogare: è Gesù che vi sta parlando”. Ricordando l’invito del Papa, ieri, nel suo primo incontro con i giovani, a portare pace, l’arcivescovo ha detto: “La provocazione della realtà è l’individuazione di un compito. E man mano che rispondo al Signore che parla capisco chi sono e cosa fare”, come avvenne a don Bosco. Infine, l’augurio a “scoprire la pazienza”. “Trovate il vostro posto nel mondo. E lì, sarete felici”.

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