Giubileo dei giovani: Angelelli, “Gesù propone perdono, rispetto e gratuità”. Piccinonna, “presenza responsabile”

“La società tende all’omologazione, ma non è detto che debba essere così. Ce lo insegna il Vangelo, nel quale Gesù mette costantemente in discussione modelli performanti decisi da altri, proponendoci stili di vita incentrati su solidi valori”. Così don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Salute della Cei, introducendo l’incontro sul tema “Giovani e stile di vita”, svoltosi nella rettoria di San Pietro in Vincoli a Colle Oppio e dedicato alla “Promessa”, una delle “12 parole per dire speranza”, ciclo di catechesi promosso dal Servizio nazionale per la Pastorale giovanile. Due giornate di ascolto e confronto in dodici chiese di Roma, incentrate su dodici parole tratte dal sussidio Cei Pellegrini di speranza e dalla bolla Spes non confundit. Oltre 600 i giovani presenti, provenienti da molte diocesi italiane, dal nord al sud. Hanno riempito pagine dei loro taccuini con appunti poi condivisi durante i momenti di confronto. Don Angelelli, dopo averli invitati a riflettere su quali modelli si ispirano, se li scelgono autonomamente o se sono imposti da altri, li ha esortati a ricordare che “l’umanità vive di diversità”. Prendendo come riferimento il Discorso della montagna, ha spiegato che Cristo “propone il perdono, uno stile di vita lontano da quanto si trova online o che si vive in alcuni contesti sociali”. Gesù parla poi di rispetto, “in particolare per le donne, qualcosa che manca nella nostra società”, di amore verso il prossimo e di purezza del linguaggio. E ancora, di gratuità, che stride con “una società che ha impostato la logica del baratto”, ha osservato don Angelelli. Ha invitato i ragazzi a “mettere in discussione i modelli che hanno di fronte per tornare a una vera e profonda originalità evangelica”. Mons. Vito Piccinonna, vescovo di Rieti, ha invitato i giovani a riflettere sul fatto che “lo stile di vita lo impariamo anche per imitazione. Ci sono persone che inconsapevolmente hanno tracciato qualcosa di bello e di grande con il loro vissuto, il loro esserci. Siamo tutti dei nani sulle spalle di giganti”. Prendendo come modello Maria di Nazareth, ha incentrato la sua meditazione sui termini grazia, grazie e gratuità, spiegando che “questo è il tempo di risintonizzarci sulla lunghezza d’onda del Vangelo se vogliamo compiere passi decisivi”. La Vergine Maria, “nel sentirsi sfidata nella sua libertà, nei suoi sogni, ha scoperto la grazia nella sua vita”. Alla grazia deve poi fare seguito il grazie: “Maria – ha detto il presule – all’annuncio dell’Angelo ha detto di sì. Dal grazie deve maturare la gratitudine, che deve diventare gratuità. C’è bisogno di sperimentare gesti di cura e di attenzione verso l’altro. Il fiat deve diventare uno stabat. Maria sul Calvario resta, non si sottrae alle sue responsabilità. Ci insegna a stare anche nei momenti più duri con tutto il coraggio possibile, purché poggiamo sulla roccia. Il Signore ci dice che lo stile da adottare è la presenza responsabile”. Gli stili di vita proposti da Gianni Cervellera, collaboratore dell’Ufficio per la Pastorale della Salute, sono stati la comprensione, che “va oltre il semplice capire”, il diritto all’errore, che riguarda la fragilità e “accomuna tutti”, e la felicità, che deve diventare “un atteggiamento di vita”.

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