Coprifuoco under 14 non accompagnati: Squillaci (Fict), “il divieto di uscita notturna certifica il fallimento della società adulta”

“Il sindaco di Praia a Mare, una delle tante splendide località balneari calabresi, ha introdotto il divieto di uscita oltre la mezzanotte per i minori di 14 anni non accompagnati. Un provvedimento nato, a detta dello stesso primo cittadino, per arginare schiamazzi, danneggiamenti e risse tra ragazzini, che soprattutto in estate turbano la quiete del paese. L’ordinanza, come prevedibile, ha acceso un vivace dibattito tra proibizionisti e antiproibizionisti. Le opinioni spaziano dal sindaco-eroe che difende l’ordine pubblico al podestà autoritario che limita in modo inaccettabile la libertà individuale”. Lo sottolinea, in una nota, Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict).
Ma “forse dovremmo spostare lo sguardo e chiederci: è davvero questa la questione centrale? È davvero la legittimità giuridica dell’ordinanza il nodo da sciogliere? Oppure, come spesso accade quando si parla di adolescenti, preferiamo rifugiarci nei cavilli legali pur di non affrontare il vero problema: l’educazione?”, si chiede Squillaci, per il quale “affrontare il problema educativo significa scendere dal comodo piedistallo del commentatore indignato e salire su quello ben più scomodo di chi è chiamato a rispondere, in prima persona. ‘Siamo per sempre coinvolti’, cantava De André. È così, che ci piaccia o no”.
Di fronte a “una vicenda che potrebbe sembrare poco più di una polemica da ombrellone”, “dovremmo invece porci una domanda scomoda: com’è possibile che per impedire a un quattordicenne di vagare alle tre di notte serva un’ordinanza sindacale? Una misura di buon senso, che un tempo avremmo dato per scontata, oggi va imposta per legge – evidenzia il presidente della Fict -. Abbiamo abdicato da tempo al nostro ruolo di adulti autorevoli, scegliendo scorciatoie comode che ci evitino ogni scontro con i nostri figli adolescenti. Nessun limite, nessun divieto, nessun confronto: tutto in nome dell’illusione – ingenua ma rassicurante – di assicurarci il loro amore incondizionato”.
Eppure, “educare è un’arte complessa, una danza delicata tra regole e libertà, fermezza e ascolto, silenzi e dialoghi. Significa avere il coraggio di porre confini, di entrare in conflitto, di negoziare. Perché sono proprio quei limiti e quei conflitti a dare ai ragazzi gli strumenti per conoscersi e misurarsi”.
E, osserva Squillaci, “se non siamo noi adulti a definire ciò che si può e non si può fare, saranno loro a cercarlo altrove, esponendosi a rischi ben peggiori. Lo stesso sindaco di Praia, che va riconosciuto per il coraggio, ha dichiarato che ritirerà l’ordinanza se i genitori torneranno a fare pienamente la loro parte”.
Ecco il punto per il presidente della Fict:”Siamo davvero pronti a riprenderci la responsabilità educativa che ci spetta? Perché in caso contrario, con o senza ordinanza, non cambierà nulla”.

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