Tante volte, parlando di adozione internazionale, Aibi-Amici dei Bambini ha sottolineato le difficoltà burocratiche e le lungaggini di un percorso che, anziché favorire la disponibilità e la generosità degli aspiranti genitori, crea ulteriori ostacoli.
Gli esempi ricevuti durante i corsi e i colloqui con le coppie non mancano. Le conseguenze? Prima di tutto l’inevitabile scoraggiamento da parte delle coppie. E, infatti, la disponibilità di queste ultime è in calo.
L’allarme è stato lanciato anche dalla presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, Carla Maria Gatto, che ha ribadito come a gennaio del 2025 solo nel capoluogo lombardo ci fossero oltre 13mila pratiche giacenti che non riescono a essere evase. Non sono, dunque, i minori adottabili a mancare, quanto piuttosto le coppie disponibili a farlo. E non basta l’apertura ai single (che ha comunque avuto un effetto non indifferente, con tanti single iscritti ai corsi informativi e formativi) per cambiare la situazione.
La strada da percorrere, allora, Aibi-Amici dei Bambini l’ha indicata da tempo: “Passare da un concezione di ‘selezione’ delle coppie a quella di ‘accompagnamento’. Era stata presentata, in tal senso, anche una proposta di riforma della legge 184/1983, nello specifico per gli articoli 29bis e 30. L’obiettivo è riformare l’iter per l’ottenimento del decreto di idoneità, facendo sì che non sia più il Tribunale dei minori a dichiarare l’idoneità della coppia ma il Servizio socio-assistenziale preposto dagli enti locali per la formazione delle coppie, ovvero coloro che di fatto compiono l’indagine sulla coppia e ne scrivono la relazione finale”.
D’altra parte, ricorda Amici dei Bambini, “l’Italia è l’unico Paese in Europa che prevede l’ok finale all’idoneità da parte del Tribunale (c’era anche il Belgio, che però ha temporaneamente fermato le adozioni internazionali e, dopo le proteste della società civile, ne sta valutando la riapertura ma con regole differenti)”.
Con la proposta di Aibi, verrebbero “liberati” dall’incombenza di dichiarare l’idoneità all’adozione quei giudici che, oggi, per usare ancora le parole di Carla Maria Gatto, riescono a occuparsi “solo di urgenze”. Viceversa, “trasferendo il compito di accertare l’idoneità delle coppie ai Servizi si potenzia il loro ruolo, trasformando l’iter in una procedura puramente amministrativa e rendendo perentorio il termine previsto dall’attuale legge di 6 mesi e 15 giorni per consegnare alla coppia il proprio decreto di idoneità”, sostiene l’associazione.
“I milioni di bambine e bambini abbandonati che ci sono nel mondo ringrazierebbero. E magari il numero di coppie e single pronti ad adottare tornerebbero ad aumentare”, conclude l’Aibi.