“Santa Clelia ci aiuta ad affrontare le difficoltà con speranza che non vuol dire avere tutte le risposte. Ci indica il cielo perché lì c’è quello che non finisce. Ha gettato nella terra delle Budrie il seme della sua vita e non ha smesso di dare frutti”. Lo ha detto ieri l’arcivescovo di Bologna, il card. Matteo Zuppi, nell’omelia della messa celebrata per la Festa di Santa Clelia nel parco del santuario de Le Budrie. La liturgia ha anche concluso il Pellegrinaggio giubilare diocesano dei catechisti. Alla celebrazione hanno partecipato numerosi fedeli della zona e non solo, moltissimi sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose da tutta la diocesi e non solo. “Tutto – ha detto il card. Zuppi – comincia dal cuore. Niente è potente come l’amore, nessuna energia è paragonabile a questa divina passione. E l’amore donato non finisce, anzi non smette di generare vita e gioia. E sarà quello eterno. ‘Signore, aprite il vostro cuore e buttate fuori una quantità di fiamme d’amore, e con queste fiamme accendete il mio: fate che io bruci d’amore’. ‘Fate che io bruci d’amore’: questo è, in fondo, il linguaggio consueto degli innamorati, sempre uguale e sempre diverso. Clelia, piena di amore, è davvero catechista di noi tutti e ci insegna a trasmettere il Vangelo perché ce lo fa vivere e ci fa sentire quanto ci ama, amando come quando lavò i piedi alle sorelle”, ha detto il porporato che nella parte conclusiva dell’omelia ha ricordato le parole del card. Giacomo Biffi a 10 anni sua morte: “Sono dieci anni dalla scomparsa del cardinale Biffi, che tanto amò la semplicità sapiente di Clelia. Termino con le sue parole, che faccio mie, ringraziandolo a nome di tutta la Chiesa: ‘A lei raccomandiamo questa parrocchia delle Budrie, che è stata sino alla fine la sua vera scuola di santità e il suo campo di lavoro apostolico; la Congregazione delle Minime dell’Addolorata, che è la sua famiglia e la sua eredità; i giovani e le ragazze perché siano aiutati a capire i veri valori per i quali mettere sul serio conto di vivere e di lottare; gli uomini e le donne della nostra regione, perché ricevano un supplemento di saggezza e ritornino ad essere educatori prudenti e impegnati dei figli, e nella legge di Dio ritrovino la norma ispiratrice di ogni loro comportamento personale e sociale; le vocazioni sacerdotali nella Chiesa di Bologna, perché siano tante, buone, perseveranti; e infine a lei raccomandiamo la pace, la prosperità, la sicurezza di vita e di lavoro per tutti, in questa nostra antica terra cristiana”.