Commissione europea: il decreto sull’acquisizione Bpm-UniCredit costituire una violazione del diritto Ue

 

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 18 aprile 2025, che impone determinati obblighi all’entità risultante dalla fusione derivanti dall’acquisizione di Bpm da parte di UniCredit, “potrebbe costituire una violazione dell’articolo 21 del Regolamento Ue sulle concentrazioni e di altre disposizioni del diritto dell’Ue”. Lo scrive la Commissione europea in una lettera inviata oggi all’Italia in cui esprime il suo parere preliminare sull’operazione. Il 26 maggio 2025, la Commissione aveva inviato una richiesta di informazioni all’Italia per una migliore comprensione del decreto. L’Italia aveva risposto l’11 giugno 2025 e oggi, “dopo aver valutato attentamente la risposta dell’Italia”, la Commissione segnala la possibilità che il decreto rappresenti una violazione dell’articolo 21 del Regolamento Ue sul mercato Interno e delle norme sulla libera circolazione dei capitali e sulla vigilanza prudenziale da parte della Banca Centrale Europea. Infatti, se gli Stati membri possono adottare misure appropriate per tutelare interessi legittimi, queste devono essere “compatibili con i principi generali e le altre disposizioni del diritto dell’Ue e appropriate, proporzionate e non discriminatorie”. Ora l’Italia dovrà mandare a Bruxelles le proprie osservazioni sulla valutazione preliminare della Commissione, insieme al testo della sentenza del Tar del Lazio del 12 luglio scorso, sul ricorso presentato da Unicredit che ha annullato alcune condizioni inserite nel decreto di aprile. Su questa base la Commissione valuterà i prossimi passi.

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