Messico: solo il 13% dei cittadini ha votato per eleggere direttamente i giudici. Vescovi, “messaggio che non può essere ignorato”

La Conferenza episcopale messicana (Cem), in una nota della sua Presidenza, ha espresso preoccupazione per le recenti elezioni in Messico, in occasione delle quali, per la prima volta, i cittadini hanno potuto eleggere i propri giudici e magistrati tramite voto popolare; tuttavia, l’87% dei cittadini ha disertato i seggi. “Un miglioramento del sistema di amministrazione della giustizia è auspicato da tutti – si legge nella nota -. Tuttavia, insieme a molti cittadini, abbiamo assistito con preoccupazione all’approvazione della riforma giudiziaria e alla sua applicazione per l’elezione di ministri, magistrati e giudici, poiché vi sono state evidenti incongruenze e confusioni, frutto di un processo accelerato e non consensuale che ha provocato inquietudine e scoraggiamento”. La decisione dell’87% degli elettori messicani di non partecipare alle votazioni, secondo i vescovi, “riflette forse questo scoraggiamento; è un messaggio che in un esercizio democratico non può essere ignorato e che gli attori politici dovranno valutare con maturità, inclusione e visione politica, per correggere ciò che è necessario”. Al di là della decisione personale di coloro che sono andati a votare e di coloro che hanno scelto di astenersi, così come dell’opinione sul processo stesso, “oggi è tempo di costruire percorsi di incontro, riconciliazione e pace che rinnovino la nostra speranza, come ci ha esortato Papa Leone XIV. Affinché ciò sia possibile, abbiamo bisogno di un sistema giudiziario qualificato e autonomo. Ci auguriamo che coloro che sono stati eletti assumano con onestà, professionalità, indipendenza e amore per il Messico la loro delicata missione di amministrare la giustizia applicando la legge in modo imparziale”, conclude la nota della Cem.

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