(Bruxelles) “Contesto di grave volatilità geopolitica e geoeconomica”. Così Ursula von der Leyen (nella foto con Antonio Costa e Donald Tusk) definisce la difficile fase che si sta attraversando entro al quale l’Ue è chiamata a decisioni di grande rilevanza. Commentando gli esiti del Consiglio europeo, dice: “Innanzitutto, abbiamo discusso della difesa europea. Il nostro piano Defence Readiness 2030 definisce una tabella di marcia. Il piano ReArm Europe stabilisce gli strumenti per realizzare il necessario aumento degli investimenti. 16 Stati membri hanno richiesto l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale. Ciò consentirà loro un aumento sostanziale della spesa per la difesa senza innescare una procedura per i disavanzi eccessivi”. È stato inoltre approvato il regolamento Safe. 10 Stati membri hanno già manifestato la loro intenzione di ricorrere ai prestiti Safe. Mi aspetto che altri aderiscano. Ma non si tratta solo di quanto spendiamo, ma di come spendiamo. Stiamo costruendo un autentico mercato europeo per i materiali di difesa, incentrato su scala, interoperabilità ed efficienza”. È la stessa presidente della Commissione a riconoscere che ReArm consentirà “di accelerare le procedure di autorizzazione per l’industria della difesa, di ottenere deroghe ambientali e di semplificare le norme sugli aiuti di Stato”.
In secondo luogo “abbiamo discusso della situazione in Medio Oriente. L’Europa accoglie con favore l’annuncio di un cessate il fuoco. Deve essere rispettato da tutte le parti. Il ripristino della stabilità nella regione dipende da questo. Così come dalla disponibilità dell’Iran a tornare a un processo diplomatico serio e credibile. L’Iran non deve mai ottenere una bomba nucleare. Il tavolo dei negoziati rimane l’unica via percorribile. Allo stesso tempo, non possiamo perdere di vista la situazione umanitaria a Gaza, che rimane abominevole e insostenibile. Gli aiuti umanitari devono raggiungere Gaza immediatamente e senza ostacoli, rapidamente e su larga scala. L’Europa continuerà a chiedere un cessate il fuoco sostenibile e il rilascio degli ostaggi, che portino alla fine definitiva delle ostilità”.
In terzo luogo al summit si è discusso dell’Ucraina. “Abbiamo concordato di mantenere il nostro sostegno finanziario all’Ucraina su tutti i fronti: militare, economico e politico. Sul piano militare, abbiamo recentemente stanziato 1 miliardo di euro per l’industria della difesa ucraina. Siamo sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di 2 milioni di munizioni di artiglieria per l’Ucraina nel 2025. Dal punto di vista politico, dobbiamo continuare a fare pressione sulla Russia affinché intraprenda colloqui seri, a partire da un vero cessate il fuoco. Il nostro 18° pacchetto di sanzioni mira proprio a questo. Allo stesso tempo, stiamo anche accompagnando l’Ucraina nel suo percorso verso l’Ue”.
Infine i dazi Usa. “Oggi abbiamo ricevuto l’ultimo documento statunitense per ulteriori negoziati. Il nostro messaggio è chiaro: siamo pronti per un accordo. Allo stesso tempo, ci stiamo preparando all’eventualità che non si raggiunga un accordo soddisfacente. E difenderemo gli interessi europei, se necessario”.