(Milano) Nel “drammatico scenario” del Sudan “l’azione della rete internazionale Caritas si è sviluppata su vari fronti. A essa ha contributo Caritas Italiana, che tra 2024 e 2025 ha erogato 378mila euro per diversi progetti di assistenza agli sfollati interni e ai profughi nei paesi esterni, di cui hanno beneficiato decine di migliaia di persone. Caritas Ambrosiana – si legge in una nota – ha contributo allo sforzo con oltre 180mila euro, finanziando progetti della Caritas del vicariato apostolico di Mongo (Ciad) destinati ai profughi sudanesi e alle comunità ciadiane che li hanno accolti: oltre alla consegna di aiuti d’urgenza, ciò ha consentito di allestire orti comunitari, scavare pozzi per l’acqua potabile, realizzare opere di adattamento ad eventi meteorologici estremi (lunghi periodi di siccità, alternati a rovinose piogge)”. Le “necessità però sono acutissime ed estesissime”, e così Caritas Ambrosiana ha stanziato ulteriori 25mila euro a favore di Caritas Mongo per assistere a Tiné, località di frontiera, alcuni tra i circa 200mila profughi (per l’85% donne, bambini e anziani) arrivati in condizioni di grande indigenza e debolezza negli ultimi due mesi da El-Fasher e dal Darfur, dopo aver camminato anche per 10-15 giorni, prevalentemente di notte per sfuggire agli agguati delle forze combattenti”. Il progetto – si spiega – aiuterà più di mille persone insediatesi nel campo di transito: “Circa 200 minori senza genitori, 700 donne e 100 uomini. Sono previsti la fornitura di kit protettivi (due coperte, due materassini da tre persone, due zanzariere) a 800 famiglie, kit cucina a 800 famiglie, vestiario per i bambini, l’installazione di 8 lampioni solari (e successivamente 25) per la sicurezza nel campo di transito”.
“Monitoreremo anche nelle prossime settimane l’evolversi della situazione – afferma Erica Tossani, direttrice di Caritas Ambrosiana –. Per quanto ci è concesso, faremo di tutto per aiutare a lenire le ‘sofferenze inaccettabili’ anche di recente inflitte, secondo l’espressione usata a novembre da papa Leone XIV, ‘a una popolazione già stremata’ da un lungo conflitto. La rete internazionale Caritas non può imporre accordi: ma lavora ovunque, nel mondo, a fianco delle vittime di guerre insensate, non limitandosi all’aiuto materiale d’urgenza, ma cercando di accompagnare chi soffre nel lungo e faticoso cammino della pacificazione e riconciliazione. E cercando di accendere riflettori su situazioni colpevolmente trascurate e di denunciare le ragioni profonde dei conflitti, per contribuire al loro superamento. Anche in Sudan, e nei Paesi circostanti, diamo il nostro piccolo ma convinto contributo alla causa di una pace autentica: fondata sulla fraternità, sulla giustizia, su presupposti etici e non affaristici, nella prospettiva di uno sviluppo umano integrale”.