Sono 15 gli ospedali al top del nostro Paese: 11 concentrati al nord; tre collocati al centro, uno solo al sud. E’ quanto emerge dal Programma nazionale esiti (Pne) 2025, presentato oggi a Roma, al ministero della Salute, dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), secondo il quale la qualità dell’assistenza ospedaliera migliora complessivamente, ma il sistema rimane segnato da forti diseguaglianze territoriali e da un profondo divario nord-sud (ad esempio, sui volumi per la chirurgia oncologica complessa di pancreas e retto, sulla tempestività di accesso a procedure salvavita e sull’appropriatezza clinica in area materno-infantile).
La fotografia, riferita al 2024, colloca sul gradino più alto del podio l’ospedale Bolognini di Bergamo (Lombardia), seguito dall’ospedale di Montebelluna (Veneto), dal Bentivoglio (Emilia Romagna), da quello di Città di Castello (Umbria). La maggiore concentrazione è in Lombardia, seguita dal Veneto; al 13° posto l’unico ospedale del sud, situato in Campania: il Federico II di Napoli.
Il rapporto valuta complessivamente 1.117 strutture di ricovero, pubbliche e private, sulla base di 218 indicatori e otto aree cliniche: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare, nefrologia. In totale, quasi due ospedali su 10 sono “rimandati” per la qualità delle prestazioni. Sono infatti state individuate 197 strutture da sottoporre ad un processo di revisione tramite audit. In Campania e Sicilia il quadro più critico, rispettivamente con 51 e 43 strutture sotto gli standard di valutazione. L’obiettivo, precisa Agenas, “non è quello di stilare classifiche”, mentre il ministro della Salute Orazio Schillaci spiega che il Pne, “è uno strumento strategico di monitoraggio, essenziale per comprendere la sanità del presente e soprattutto per programmare la sanità del futuro”.