Alla fine del 2024 il numero di persone costrette allo sradicamento forzato nel mondo ha toccato la cifra record di 123,2 milioni, con un incremento del 6% rispetto al 2023. Nei primi sei mesi del 2025, invece, per la prima volta in dieci anni, si registra una flessione: le persone in fuga risultano 117,3 milioni, ossia 5,9 milioni in meno rispetto al 2024. Un calo che però è dovuto in larga parte a “ritorni” in Paesi insicuri (Afghanistan, RD Congo, Sudan e Siria), più che a soluzioni stabili. Tre rifugiati su quattro continuano infatti ad essere accolti in Paesi a basso o medio reddito. Per la prima volta nel 2024 diminuiscono anche i richiedenti asilo nell’Unione europea: meno di 913 mila (-13% rispetto al 2023) e i minori stranieri non accompagnati: sono meno di 34.600 quelli che hanno chiesto la protezione internazionale (-20% rispetto al 2023). Nel solo 2024 si contano 46 milioni di sfollati climatici, segno della crescente incidenza delle emergenze ambientali. Sono alcuni dei dati che emergono dalla IX edizione del volume “Il diritto d’asilo. Report 2025” (Tau editrice) della Fondazione Migrantes, presentato oggi alla Pontificia Università Gregoriana. Le cause principali per cui le persone sono costrette a fuggire e chiedere asilo sono conflitti, violazioni dei diritti, persecuzioni, mancanza di acqua e cibo, cambiamento climatico e un aumento dei regimi autoritari, dove vive il 70% della popolazione mondiale. “In un mondo che rischia di normalizzare crisi e disumanizzazione, il riconoscimento dell’umanità di chi fugge rimane fondamento irrinunciabile di ogni democrazia”, sottolinea il report. “Le guerre non sono il nostro destino ineluttabile – affermano le curatrici del report Chiara Marchetti e Mariacristina Molfetta -, così come non lo è la corsa al riarmo. Il diritto internazionale, il diritto d’asilo, la diplomazia e la ricerca del bene comune possono e devono tornare al centro”. Per monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes – come Chiesa e come persone che hanno a cuore il bene comune e la dignità umana, diventa fondamentale prendere posizione e farsi vicini”.