Diritto d’asilo: Felicolo (Migrantes), “logica della paura condiziona tutto, occorre capire le ragioni profonde di chi fugge”

Riguardo al nuovo regolamento europeo su rimpatri e Paesi terzi sicuri approvato ieri dal Consiglio Affari interni dell’Ue “dobbiamo vedere cosa accadrà, come evolveranno le proposte. Tuttavia, non promettono bene perché la logica della paura condiziona tutto. La direzione giusta dovrebbe essere, invece, capire le ragioni profonde per cui le persone sono costrette a fuggire. Perciò la Chiesa continua a impegnarsi nell’accoglienza, promuovendo politiche attente di ospitalità e integrazione”. Lo afferma monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes, parlando al Sir a margine della presentazione a Roma, alla Pontificia Università Urbaniana, del Report 2025 sul diritto d’asilo. “Dobbiamo ribadire il diritto d’asilo – dichiara -. La nostra presenza qui oggi, per presentare questo report, vuole sottolineare l’importanza di comprendere i motivi che spingono una persona a partire. Solo comprendendo questi motivi si può entrare in un altro linguaggio alternativo a quello della paura”.
“L’accoglienza – osserva – talvolta è percepita come eccessiva invece deve essere vera, giusta, equilibrata. Il report vuole riportare al centro anche le ragioni per cui si è costretti a emigrare: parliamo di profughi, rifugiati, richiedenti asilo. Occorre capire il perché e che cosa significhi realmente poter restare in sicurezza nel proprio Paese. Questo va studiato e compreso a fondo: perciò è fondamentale analizzare i movimenti migratori, da dove nascono, come sono nati nella nostra storia e come continuano a manifestarsi nella storia del nostro Paese. Comprendere queste dinamiche è essenziale per poi definire politiche e leggi adeguate”.
“La Chiesa – conclude il direttore della Fondazione Migrantes – continua a ribadire l’importanza di un’accoglienza attenta, intelligente e disponibile. L’anima cristiana delle nostre città chiede non un’accoglienza indiscriminata, ma un’accoglienza consapevole, accompagnata. Quando si accoglie, non si lascia la persona a se stessa: la si accompagna, la si sostiene, la si aiuta a costruire un percorso personalizzato. Non si tratta di masse indistinte, ma di persone: ogni persona ha un cammino”. Rispondendo poi alle domande in sala monsignor Felicolo ha precisato che negli anni “le norme sono sembrate sempre più rigide ed escludenti, arrivando a mettere in discussione il diritto d’asilo”. “La tutela della dignità umana di tutti per noi è fondamentale – ha concluso -. Dobbiamo mostrare soluzioni concrete dal basso, partendo dalla vicinanza a chi soffre”.

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