È in programma per domenica 7 dicembre, vigilia della solennità dell’Immacolata Concezione, la celebrazione eucaristica nella comunità monastica di Siloe con la dedicazione della nuova chiesa e dell’altare, culmine di un cammino lungo e fecondo che ha preso forma nel silenzio e nella preghiera, ma anche grazie alla generosità di tanti. Il rito, con inizio alle 15, sarà presieduto dal vescovo di Grosseto e di Pitigliano-Sovana-Orbetello, mons. Bernardino Giordano.
L’architetto Edoardo Milesi ha concepito l’intero complesso ispirandosi alla tradizione cistercense, cercando una perfetta armonia tra architettura e paesaggio. “Le sue forme – ha spiegato – furono imitazioni di archetipi che richiamano al principio dell’universo”. Il monastero, immerso nella natura della collina di Poggi del Sasso, è oggi un luogo dove tutto parla di essenzialità e bellezza: le pietre, la luce, il ritmo dei giorni. Il nuovo edificio di culto si pone in continuità con questa ispirazione, come una nuova tappa del medesimo cammino spirituale e architettonico.
“La nuova chiesa – racconta Milesi – si inserisce nel contesto monastico ma con un suo accesso autonomo e indipendente. Lo spazio è delimitato dal prolungamento del recinto in pietra del monastero, sormontato da un mantello in zinco-titanio. L’ingresso, posto al tramonto, è annunciato da un sacrato in pietra locale e da un leggero nartece in legno. All’interno, una vela di copertura a falda unica, sostenuta da colonne lignee inclinate, si innalza verso il cielo come una grande tenda sospesa”.
Un tratto distintivo del progetto è la luce, che diventa materia e linguaggio teologico. Un taglio verticale nell’abside accoglie una grande croce in legno, mentre una dorsale di luce zenitale attraversa la navata, illuminando i poli liturgici. La luce cambia durante il giorno, “tracciando – dice ancora l’architetto – il percorso del sole lungo le pareti della chiesa e tenendo come fuoco principale l’altare”.
Semplicità, sobrietà e accoglienza sono le parole che meglio descrivono la nuova chiesa di Siloe, pensata come spazio in cui ogni elemento conduce all’incontro con il Mistero. “La linea retta regna sulle pareti, la curva sulla volta – spiega Milesi –; gli unici ornamenti sono la luce, il canto e la musica”.
In vista della celebrazione del 7 dicembre, la comunità monastica si prepara con riconoscenza. “Ogni pietra di questo edificio racconta un cammino di fede condiviso – afferma p. Mario Parente, priore di Siloe –. Questa chiesa non è solo nostra, ma di tutti coloro che cercano Dio nel silenzio, nella bellezza e nella comunione. Sarà una casa aperta, un segno di speranza anche per tutta la nostra Chiesa diocesana”.