Pensare la pace “come paradigma interpretativo della realtà e della condizione umana”. È la prima delle coordinate indicate oggi da Carmelo Dotolo, professore ordinario di teologia delle religioni alla Pontificia Università Urbaniana, nella prolusione “Cultura della pace e nuovo umanesimo” all’inaugurazione dell’anno accademico della Facoltà teologica pugliese al teatro Piccinni di Bari. Dotolo ha affermato che la pace è “origine-genesi della storia, del mondo, dell’esistenza” e che deve orientare le scelte “socioculturali”, generando “una differenza qualitativa nell’organizzazione del quotidiano”. Quindi ha richiamato la “tenacia valoriale della guerra”, sostenuta da un immaginario che “dà forma alla volontà di potenza” e, citando Freud, ha ricordato che contro la pulsione distruttiva occorre fare appello a Eros, poiché “tutto ciò che fa sorgere legami emotivi fra gli uomini deve agire contro la guerra”. Dotolo ha definito la religione “un sistema di simboli che orientano e aiutano a formulare concetti di ordine generale per l’esistenza”, capace di generare “un incremento qualitativo di vita”. La pace, ha detto, è “contenuto relazionale” fondato sul legame, sulla cura e sul dono, un “primum ontologico” che esige un’etica dell’umano e del nesso individuo-società.