Il centro sud insanguinato dalle quotidiane morti nei luoghi di lavoro italiani: ieri due vittime a Pallagorio (Crotone); una a Ceccano (Frosinone) e l’altra a Pozzallo (Ragusa). “Davanti al perdurare quotidiano di questi ‘crimini di Stato’ serve una mobilitazione immediata e collettiva”, dichiara Antonio Di Bella, presidente nazionale dell’Anmil (Associazione fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro).
“Se lo Stato non ci tutela, a questo punto siamo noi a dover autogestire per quanto possibile la presa in carico della vita dei lavoratori – continua il presidente dell’Anmil –; io vi esorto a segnalare ogni visibile irregolarità nei cantieri che popolano il nostro Paese, non indugiare nel contattare le autorità competenti anche davanti a dubbi sulla chiarezza di quanto osservato. Dal canto nostro, come Anmil e come cittadini, continueremo a fare lo stesso”.
L’Anmil sta per lanciare una raccolta fondi per implementare gli sportelli di ascolto per le vittime dell’insicurezza sul lavoro, da realizzarsi in modalità online e con incontri in presenza, nonché dare maggior forza a una serie di attività di supporto alla categoria ed alla diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e non in scuole e aziende nazionali.
“Come sottolineato la scorsa settimana in sede di audizione presso la decima Commissione in Senato, non saranno nuovi aggiornati badge nelle tasche dei nostri operai ad impedire loro di morire quotidianamente come mosche”, ribadisce Di Bella, che esorta le istituzioni ad una concreta presa in carico del “massacro quotidiano nel mondo del lavoro soprattutto precario, soprattutto manuale, soprattutto facilmente rimpiazzabile. Il lavoratore pakistano spirato insieme al 76enne Francesco Lamazza ieri nel crotonese è l’emblema di quanto descritto. Così come lo è l’operaio edile 66enne ancora intento a lavorare, nonostante la sua età, sulle impalcature di Ceccano: teatro, oltre che della sua vita, anche della sua morte”.
“Sradicare la normalizzazione di questi inizi di settimana all’insegna della morte e del dolore è oltremodo urgente”, conclude il presidente dell’Anmil.