Oggi 60 istituzioni religiose di tutto il mondo hanno annunciato il loro disinvestimento dalle compagnie di combustibili fossili, inviando un forte segnale ai negoziatori della 30ª Conferenza delle parti (Cop30), in svolgimento a Belém in Brasile, sull’urgente necessità di eliminare gradualmente i combustibili fossili, dati gli impatti dannosi su clima, biodiversità e diritti umani derivanti dall’estrazione, dal trasporto e dalla combustione di combustibili fossili. Lo sottolinea il Movimento Laudato si’, in un comunicato nel quale precisa che l’elenco odierno delle istituzioni che hanno disinvestito include cinque diocesi cattoliche (quattro in Italia e una in Canada), ordini religiosi cattolici in Francia, Belgio, Germania, Austria, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti, banche cattoliche e protestanti in Germania e 42 membri dell’Arbeitskreis Kirchlicher Investoren (Aki), una rete di investitori istituzionali della Chiesa protestante tedesca.
L’arcidiocesi di Gatineau, la prima tra quelle cattoliche in Canada, ha annunciato il disinvestimento dalle aziende produttrici di combustibili fossili. La sua decisione – viene evidenziato – è particolarmente significativa in quanto il Canada, insieme a Stati Uniti, Australia e Norvegia, è tra i principali responsabili dell’espansione dei combustibili fossili dopo l’Accordo di Parigi. Insieme, questi quattro Paesi hanno aumentato la produzione di combustibili fossili di quasi il 40% tra il 2015 e il 2024, mentre la produzione nel resto del mondo è diminuita del 2% nello stesso periodo.
Anche la Provincia gesuita dell’Europa centrale (che comprende Germania, Austria, Svizzera, Lituania e Lettonia) e la Steyler Bank annunciano oggi il completo disinvestimento dalle società di combustibili fossili.
Le istituzioni religiose gestiscono un totale di 3.000 miliardi di dollari di investimenti a livello globale. Oltre a disinvestire dai combustibili fossili, le comunità religiose chiedono a governi e banche di ridurre gradualmente il loro sostegno ai combustibili fossili e di aumentare gli investimenti nell’energia pulita. Oltre 600 istituzioni religiose hanno sostenuto le richieste per un Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili.