Assemblea Cei: mons. Maffeis, serve “presa di coscienza collettiva della società civile” davanti ai drammi degli abusi” degli abusi

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

Un appello a “tutte le componenti della società civile, per una presa di coscienza collettiva davanti a drammi che rubano dal cuore dei piccoli la fiducia e ne manipolano la coscienza, privandoli dei valori a cui ancorare la vita”. A lanciarlo è stato mons. Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e vescovo delegato per il Servizio regionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Conferenza episcopale umbra, durante i Vespri recitati questa sera dai vescovi italiani nella basilica di Santa Maria degli Angeli, nella Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi e a conclusione della seconda giornata dell’Assemblea della Cei, in corso ad Assisi fino al 20 novembre. Nella seconda parte della sua meditazione, il vescovo ha stilato una sorta di decalogo per affrontare la piaga degli abusi, dando del “tu” ai destinatari: “Riconosci i fatti, fa’ capire che il dolore delle vittime e delle loro famiglie è anche il tuo dolore, è il dolore della Chiesa, minata nella sua credibilità, indebolita nella sua capacità di profezia e di testimonianza. Accogli, ascolta e accompagna con disponibilità le persone abusate nel loro bisogno primario di essere credute e, quindi, di ottenere giustizia. Abbi pietà di chi si è macchiato di una responsabilità tanto aberrante; prega per lui e, con chiarezza, condividi con lui l’esigente percorso della riparazione e della conversione”. “Hai ragione, non è facile governare tanta complessità”, ammette Maffeis nel suo decalogo: “La nostra gente ci guarda attraverso gli occhi dei piccoli, come fece Gesù, che riconobbe in loro il carisma dell’innocenza. Non disperare sotto il peso della solitudine a fronte di una sensibilità che oggi si fa risentimento. L’umiliazione per lo sdegno pubblico sopportala con umiltà, a testimonianza del tuo essere coinvolto nella sofferenza delle vittime e nella domanda ecclesiale di perdono. Rileggi le inquietudini che ti attraversano portandole a Colui che – chiamandoti al ministero – ti ha promesso la sua presenza tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Vigila con fermezza, educa, forma”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa