
(Foto Calvarese/SIR)
“La formazione del Progetto Policoro mira a valorizzare la dimensione pastorale e culturale come strumento evangelico a servizio dei giovani e del mondo del lavoro”. Al Parlamento europeo di Bruxelles, Domenico Smimmo, formatore del Progetto Policoro, questa mattina nell’ambito del convegno “30 anni di Progetto Policoro”, ha ricordato come da trent’anni questa esperienza ecclesiale investa “nel cuore dell’intelligenza delle persone”, senza cercare formule magiche per creare lavoro, ma promuovendo formazione, prossimità e responsabilità. La formazione, ha spiegato, mira a valorizzare la dimensione pastorale e culturale del progetto, come strumento evangelico a servizio dei giovani e del mondo del lavoro. Al centro del metodo: conoscere i territori, promuovere processi comunitari, animare le realtà locali e accompagnare i giovani nella scoperta della propria vocazione lavorativa. Smimmo ha presentato anche l’esperienza di “PoliColombia”, la sperimentazione nata nel dipartimento colombiano del Putumayo per promuovere cooperazione e lavoro dignitoso in contesti di forte fragilità sociale. Tra le storie simbolo del progetto, quelle di Uccio, Salvo ed Emanuele, giovani che “attraverso il proprio buon lavoro costruiscono ogni giorno bene comune”. I prossimi passi: la certificazione delle competenze e nuove alleanze per rendere sempre più riconosciuto il ruolo dell’animatore di comunità.

(Foto Calvarese/SIR)
Dopo di lui, Giorgia Basile, referente nazionale dei “Gesti Concreti” del Progetto Policoro, ha offerto una panoramica su una delle dimensioni più vitali del progetto: le esperienze d’impresa nate dai giovani nei territori. “Quando parliamo di gesti concreti – ha spiegato – parliamo di persone, di reti e di processi di cambiamento”. Dalla cooperativa Molise Wow, nata per ridare vita ai borghi e ai beni ecclesiastici, alla Rita Atria di Castelvetrano, che trasforma un bene confiscato alla mafia in lavoro dignitoso, i gesti concreti mostrano che è possibile fare impresa come atto comunitario. Oggi la rete conta circa 500 realtà attive e oltre 3000 giovani coinvolti, per un valore di produzione che supera i 40 milioni di euro. Il sostegno arriva anche attraverso il microcredito diocesano e la Gesti Concreti Academy, che forma e accompagna nuovi imprenditori, creando connessioni e opportunità. “Bisogna investire – ha concluso Basile – nel cuore dell’intelligenza delle persone, per trasformare idee in azioni e costruire futuro nei territori”.