“Oggi, nella rete educativa cattolica del mondo — dall’infanzia all’università — sono iscritti circa 71,9 milioni di studenti, di ogni età e provenienza”. Si tratta di una rete di 231.568 istituzioni educative: nidi e scuole dell’infanzia, scuole primarie e secondarie, istituti superiori e università (incluse quelle di studi ecclesiastici). Sono i numeri dell’educazione cattolica nel mondo presentati oggi da Antonello Maruotti, professore ordinario di statistica presso l’Università Lumsa, al congresso internazionale “Costellazioni educative. Un patto per il futuro” in corso a Roma nel 60° della Gravissimum Educationis e nell’ambito del Giubileo del mondo educativo (27 ottobre – 1° novembre). “La Chiesa, con la sua opera educativa – ha spiegato Maruotti -, è un attore globale, capillare, ponte tra comunità, culture, generazioni”. L’Africa è oggi il baricentro dell’educazione cattolica per numero di iscritti: circa 30,8 milioni, pari a quasi il 43% del totale mondiale. Segue l’Asia con 15,2 milioni (21%), poi l’Europa con 10,4 milioni (14%), l’America del Sud con 7,7 milioni (11%), l’America del Nord con 4,9 milioni (7%), l’America Centrale con 1,47 milioni (2%) e l’Oceania con 1,43 milioni (2%). Un dato che, secondo lo statistico, “mostra quanto le nostre scuole accompagnino le aree dove la crescita è più rapida, il bisogno più acuto, le opportunità spesso più fragili”.
E ancora: la scuola cattolica non è “per i cattolici”, è per tutti. “In decine di Paesi, la quota di alunni iscritti nelle scuole cattoliche è superiore alla percentuale di cattolici nella popolazione. Ciò significa che famiglie di altre fedi, o senza appartenenza religiosa, scelgono la nostra proposta educativa perché la percepiscono affidabile, inclusiva, di qualità, vicina. È un servizio di interesse pubblico, un bene comune”. prova che, ha concluso Maruotti, “la scuola cattolica costruisce ponti nella società, non recinti”.