Darfur del Nord: l’allarme del Wcc, “uccisioni di massa e crimini di guerra, si ponga fine massacro”

(Foto Paul Jeffrey/Wcc)

Il segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc), Rev. Jerry Pillay, ha espresso profonda preoccupazione per le notizie provenienti da El Fasher, nel Darfur settentrionale, in Sudan, in seguito alla recente presa della città da parte delle Forze di Supporto Rapido (Rsf). “La popolazione di El Fasher ha sopportato un assedio di 18 mesi da parte di Rsf nel contesto della brutale guerra civile che ha dilaniato il paese dall’aprile 2023”, scrive in un comunicato Pillay. “I racconti delle persone fuggite dalle violenze, così come altre segnalazioni – scrive Pillay -, indicano uccisioni di massa a sfondo etnico, altri crimini di guerra e crimini contro l’umanità e una distruzione diffusa nella città. Attacchi con droni, bombardamenti di artiglieria e attacchi contro aree civili, tra cui moschee, campi profughi e rifugi, sono ampiamente segnalati e rappresentano una devastante escalation di sofferenza umana nella regione”.
Tra le altre atrocità, il segretario generale del Wcc parla di un tragico attacco a una moschea nel quartiere di Al-Daraja a El Fasher, dove gli sfollati del campo di Abu Shouk avevano cercato rifugio. Questo attacco sottolinea – scrive Pillay – “l’urgente necessità di proteggere i civili e i luoghi sacri”. “Tali atti costituiscono gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani”.

Il Consiglio mondiale delle Chiese chiede alla leadership di Rsf di “porre immediatamente fine agli attacchi ingiustificati contro i civili e alle altre brutali violenze inflitte dalle loro forze a El Fasher. Facciamo appello alla salvaguardia e alla protezione delle vite e delle comunità nella regione. Siamo solidali con il popolo, le chiese e le comunità religiose del Sudan che continuano a sopportare difficoltà inimmaginabili a causa del conflitto, degli sfollamenti e della fame. Invitiamo tutte le parti in conflitto, in particolare le Forze di Supporto Rapido e le Forze Armate Sudanesi, a cessare immediatamente le ostilità e a impegnarsi in un dialogo significativo per una pace giusta e duratura”. Il Consiglio mondiale delle Chiese rivolge il suo appello anche alla comunità internazionale, l’Unione Africana e le organizzazioni regionali affinché vengano intensificati “gli sforzi diplomatici e umanitari per porre fine alla violenza, proteggere i civili e garantire un’adeguata assistenza umanitaria a tutti gli sfollati e alle altre persone colpite dalla violenza”. Rivolgendosi poi alle chiese membro dell’organismo ecumenico Pillay dice: “Esortiamo tutti i credenti a stare al fianco delle vittime e ad alzare la voce contro la violenza e l’impunità. Possa Dio, fonte di pace e conforto, rafforzare il popolo sudanese, guarire i cuori spezzati, portare umanità e compassione nei cuori degli autori della violenza e guidare la nazione verso la riconciliazione e la speranza”.

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